L’articolo di ieri sull’opposizione politica di fine 2012 alle 24 ore settimanali voluta da Bersani, con la sua quasi virale condivisione in Facebook, conferma quanto siano particolarmente indigeste alle comunità internaute di insegnanti certe pratiche estive di cambiare le regole del gioco in materia di istruzione, didattica e sicurezza nei luoghi di lavoro ( tenere aperte le scuole anche di pomeriggio aumenta il rischio per l’incolumità pubblica e privata dei lavoratori ). L’ipotesi di essere alla vigilia della madre di tutte le proteste la si può verificare sempre dalla lettura della Home page de LaTecnicadellaScuola.it, dove nella rubrica ” La voce degli altri ” si evidenzia una indicativa sequenza politico sindacale di chi prospetta dura opposizione al cambiamento d’orario degli insegnanti. Iniziamo con Uds: “Il governo pensa solo a tagliare senza un’idea di scuola”, continuando con “Anief boccia il piano Miur che vorrebbe raddoppiare l’orario di servizio degli insegnanti “, e ancora con la Gilda ” inaccettabile Miur su orario lavoro: contrattazione o sarà sciopero ” e con Di Menna: “Impensabile, più ore di lavoro a parità di stipendio e aumento per pochi scelti dai dirigenti”, per finire con il M5S “Chimienti (M5S): “No alle 36 ore! affidiamo le ore aggiuntive ai precari!”. Inoltre si registra una rinata vivacità di intenti in gruppi Facebook come ” Uniti contro le 24 ore di lezione settimanali ” dove si dice: “Proporrei di iniziare un presidio permanente a Roma oppure davanti a tutti gli USP. Se non ci muoviamo subito succederà quello che è successo nel 2008 con la Riforma Gelmini, con effetti molto più devastanti “.
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