Anche il 2017/18 inizia con l’ormai consueto problema della carenza di dirigenti scolastici: ne servirebbero circa 8mila ma ne mancano almeno 1.700.
E così altrettante scuole saranno rette non da un dirigente titolare ma da un reggente che dovrà dividersi fra istituzioni scolastiche (c’è persino qualche caso di ds a cui sono state assegnate due reggenze).
Il problema è vecchio, ma con il passare degli anni ha assunto proporzioni imponenti, soprattutto nelle regioni del nord.
Ci sono casi clamorosi di dirigenti che sono titolari di istituti comprensivi formati da 15-20 plessi che si sono visti assegnare reggenze in comprensivi di 10/15 plessi: alla resa dei conti un unico dirigente per 25-30 (o anche più) scuole.
Con un carico del genere il dirigente, per rendersi conto dei problemi e delle situazioni di criticità di tutte le scuole, avrà bisogno di almeno un paio di mesi di tempo.
Nel frattempo dovrà confidare sulla buona sorte (o su una buona copertura assicurativa), soprattutto per quanto attiene il tema della sicurezza degli edifici.
Con il meccanismo delle reggenze l’Amministrazione, in compenso, risparmia una somma non disprezzabile: il compenso per la reggenza, infatti, è di gran lunga inferiore ad uno stipendio normale.
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Difficile fare un conteggio preciso, ma in modo approssimativo si può ritenere che per ogni scuola in reggenza il risparmio si aggira sui 40mila euro: moltiplicando la cifra per le 1.700 scuole prive di dirigenti si arriva ad un totale di poco inferiore ai 70 milioni di euro.
Se poi si considera che negli ultimi 10 anni il numero delle reggenze è sempre stato piuttosto alto, non si è lontani dal vero se si parla di un risparmi complessivo, dal 2008 in avanti, di mezzo miliardo di euro.