Home Politica scolastica Con quali soldi si riformerà la scuola?

Con quali soldi si riformerà la scuola?

CONDIVIDI

Dichiarazioni significative quelle rilasciate dal Premier Renzi al quotidiano ciellino Tempi. Infatti Matteo Renzi intervistato dal settimanale diretto da  Luigi Amicone annuncia la riforma della scuola del prossimo 29 agosto , affermando: “Con il ministro Giannini stiamo lavorando, il 29 vi stupirò”.

La cosa che suona strana è che il leader del centro-sinistra italiano scelga  come palcoscenico per annunciare la riforma della scuola quello di “Comunione e Liberazione”. Sappiamo bene che l’idea di scuola dell’area di CL non è molto lontana da quella di Formigoni, dell’Aprea, della Gelmini e anche dello stesso direttore Amicone. Ma di quale stupore sta parlando Renzi? Manca poco e tutto sarà più evidente, basta attendere fino al prossimo 29 agosto per capire quanti insegnanti resteranno stupefatti e quanti invece saranno critici. Senza fare voli pindarici,  rimaniamo alle parole pronunciate da Renzi  nell’intervista: “Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra.E il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo”.

Il Premier continua le sue affermazioni dicendo : “la scuola non è un problema, ma piuttosto un asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in sicurezza. In ogni caso la sfida educativa è la mia priorità. Tra dieci anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti”. Parole brillanti, condivisibili, che non lasciano dubbi sulle reali intenzioni del nostro Presidente del Consiglio. A fine intervista Renzi afferma: “bisogna passare dalla logica del piagnisteo a quella della proposta.

E toglierebbe il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all’Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova”. La domanda che poniamo noi al nostro primo ministro è la seguente: “con quali soldi si riformerà la scuola, visto che non si è riusciti a mandare in pensione nemmeno i quota 96?”. E poi “quanti tagli dovrà subire ancora la scuola e gli stipendi degli insegnanti visto che si parla ancora di blocco dei contratti?”. Vorremmo sentire risposte concrete fatte di fatti e tralasciare i buoni propositi detti in interviste e con i tweet. Attendiamo provvedimenti stupefacenti per abbandonare per sempre la logica del piagnisteo.