Gli insegnanti sono tutti uguali e soprattutto si impegnano tutti allo stesso modo?
Queste sono le domande a cui Renzi ha intenzione di dare una chiara e precisa risposta. Per l’ormai ex sindaco gigliato, premier in pectore, è del tutto evidente che gli insegnanti non sono tutti uguali e quindi sono diversamente valutabili e di conseguenza meritano una retribuzione commisurata alla loro valutazione.
Renzi non ha mai nascosto la sua idea di scuola e soprattutto non ha mai fatto mistero di condividere in pieno il sistema di valutazione scolastico e una conseguente diversificazione salariale degli insegnanti.
In buona sostanza la rotta sembra ormai decisa, anche se manca ancora il nome dell’interprete destinato a metterla in atto, ma sembra che debba essere un esponente di Scelta Civica; si tratta di concepire la revisione dell’avanzamento della carriera dei docenti, non più attraverso il sistema dell’anzianità di servizio, ma in base ad un presunto merito.
Chi rileverà il merito delle scuole e degli insegnanti? Il centro di questo universo valutativo è consegnato all’Invalsi, che ricoprirà un ruolo centrale per i destini delle scuole e dei loro docenti. Si prevede una scuola fatta di continue somministrazioni di quiz, di conseguenti valutazioni sulla didattica (come se i quiz avessero la capacità di rilevare la qualità della didattica), e di tanta formazione ed aggiornamento obbligatoria soprattutto per quei docenti considerati, a causa degli esiti poco brillanti dei quiz svolti dagli alunni, meno meritevoli.
Quindi il rottamatore, dopo avere rottamato il suo partito, spogliandolo della sua identità socialdemocratica, tenterà di rottamare la scuola cambiando verso, per usare uno slogan tanto caro al prossimo Presidente del Consiglio dei ministri.
La scuola prenderà la rotta della valutazione del merito, della formazione obbligatoria degli insegnanti, della super autonomia, della selezione del personale didattico ed amministrativo e della riduzione di un anno dell’istruzione secondaria di secondo grado?
In buona sostanza con Renzi si realizzerà il sogno dell’Aprea?
Avremo i docenti suddivisi in fasce di merito e di retribuzione? Avremo magari anche la riforma degli organi collegiali come auspicato dall’assessore all’Istruzione della regione Lombardia? Questa accelerazione politica improvvisa e per molti versi incomprensibile, che ha rilevato dalle responsabilità governative Enrico Letta e tutto il suo governo, avrà la forza centrifuga di fare questa rivoluzione copernicana del nostro sistema scolastico nazionale, con il sostegno di tantissimi parlamentari di sinistra? Interrogativi importanti che, con la velocità con cui tutto questo mutamento politico sta avvenendo, avranno presto una risposta. La prima risposta dovrà venire necessariamente dal confronto che questo governo dovrà avere con i sindacati sulla questione contrattuale ormai bloccata da troppo tempo.
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