Un superuomo di massa, come avrebbe detto Umberto Eco, scompare e con lui la leggenda che il suo volto e le sue posture, quando interpretava lo 007 di Ian Fleming al cinema, rappresentava per i giovani degli anni “60, quando per la prima volta lo videro sul grande schermo. Ed è lui che nell’immaginario è rimasto il vero e autentico personaggio dell’agente segreto con licenza di uccidere agli ordini di Sua Maestà britannica.
Ci faceva sognare la sua straordinaria dote di conquistatore di donne, la sua perspicacia a risolvere gli intrighi più sensazionali e sconfiggere il nemico che sempre coincideva col male.
All’epoca al cinema si entrava in qualunque momento, si poteva fumare e il film veniva proiettato in continuazione cosicché erano molti coloro che vedevano la stessa pellicola anche due volte e perfino tre, mentre la gente attendeva che si liberassero i posti.
Coi film di 007 era allora pratica comune.
Era un grande attore, Sean Connery, dal fascino memorabile, come il suo sorriso sornione, con l’ironia che espandeva anche nelle interpretazioni più drammatiche, come l’agente Jimmy Malone in The Untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma che gli valse il Golden Globe e l’Oscar come migliore attore non protagonista.
Oggi è morto, pare durante il sonno, all’età di 90 anni, ma quando si presentò come 007 al cinema ne aveva 32 anni, trascorsi a fare di tutto, compreso il lucidatore di bare, il bagnino, lavapiatti, muratore, guardia del corpo e il camionista ma rappresentò pure la Scozia al Concorso per Mister Universo, classificandosi al terzo posto.
Entrato nel cinema, gli affidarono ruoli di ruoli di secondo piano in cinema, finchè fu James Bond. Ma è stato pure il nobile Ramirez di Highlander, Robin Hood con Audrey Hepburn, il padre di Indiana Jones e il frate detective del Nome della Rosa.
Ogni personaggio un successo mentre rimangono memorabili i film ispirati ai romanzi di Fleming, di cui si vendevano poche copie fino all’exploit: Dalla Russia con amore, Missione Goldfinger, Thunderball, Si vive solo due volte, Una cascata di diamanti, Mai dire mai.
Nel 1999 fu non solo proclamato baronetto dalla regina d’Inghilterra, ma anche “l’uomo più sexy del secolo” dalla rivista People.
E ci piace pure ricordarlo nella interpretazione di Artù nel Primo cavaliere, e poi nella Leggenda degli uomini straordinari, nell’epico Il vento e il leone, nell’Uomo che volle farsi re di John Huston, Caccia a Ottobre Rosso e Entrapment.
Pare cha abbia rifiutato il ruolo di Gandalf nel Signore degli anelli.
Con Sean Connery, scompare dunque anche uno degli ultimi miti leggendari della generazione formatasi sul dorso tumultuoso del boom economico e pure della febbrile contestazione conto il potere e le ideologie borghesi, giovani che seppure con l’eskimo e col Libretto rosso di Mao in tasca, andavano al cinema per vedere le avventure di questo superuomo di massa le cui gesta per il trionfo del bene non cambiavano mai, tranne l’antagonista che passò dalla Spektre ai coltivatori di oppio a oscuri personaggi dediti alla conquista del mondo.
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