Gentile signora De Gregorio,
in merito alla sua espressione riportata nell’articolo “Le regole, il suk e la classe” dove afferma “Aveva il tono di uno che, titolare di cattedra ad Harvard, è stato incaricato di una supplenza all’alberghiero di Massa Lubrense” con evidente intento denigratorio per la categoria degli istituti alberghieri, della categoria dei supplenti e, a ricadere, degli studenti e di tutto il personale che vi opera, volevo esprimerle il mio dissenso per questa forma di pessimo giornalismo.
Considerando che in Italia vi sono oltre 200 istituti alberghieri, con almeno 150 docenti, 35 unità di personale e almeno 1000 studenti in ognuno di essi, in un solo colpo le è riuscita ad offendere, nell’ordine:
ai numeri di cui sopra occorre aggiungere tutti coloro che dagli istituti alberghieri sono passati e che ora lavorano in altre scuole e tutti gli studenti diplomati che ora lavorano in bar, pasticcerie, hotel, ristoranti, e sono moltissimi.
Gentile sig.ra De Gregorio,
lei forse non sa che negli istituti alberghieri e negli istituti professionali in genere, si lavora e si insegna con la stessa dignità, e con la stessa professionalità di tutte le scuole. Si fa un lavoro duro, dove il contatto col territorio è fortissimo ed intenso e ogni studente che si diploma è un successo enorme, un successo grandissimo, per tutti coloro che vi hanno contribuito e per lo studente. Non è mai un fatto ovvio, non è mai una conseguenza del mero trascorrere del tempo, è frutto di una volontà, di una forza, di un’energia che lei forse non conosce.
Gentile sig.ra De Gregorio,
lei forse ignora che la cucina italiana, oltre alle bellezze naturalistiche, storiche, paesaggistiche e culturali, é l’elemento per cui i turisti vengono in Italia. La cucina italiana è un’eccellenza nel mondo, invidiataci da tutti.. I nostri studenti, col loro lavoro e la loro istruzione che lei miseramente svaluta, e il loro operare in ristoranti, bar, trattorie, pizzerie hotel e tutte le strutture ricettive, sono il motivo per cui milioni di turisti vengono in Italia e supportano in maniera consistente la nostra economia, creando posti di lavoro e reddito.
Al momento non mi risulta che nemmeno un turista sia venuto in Italia per leggere i suoi articoli o ascoltare le sue illuminate opinioni.
Gentile sig.ra De Gregorio,
non so in che tipo di scuola abbia studiato lei, deduco che non sia stato un istituto alberghiero (ma ora si chiama enogastronomico), lo deduco dalla scarsa considerazione che lei ha per questo tipo di istruzione, e lo deduco anche da un altro importantissimo elemento: lei forse non sa, che negli istituti alberghieri, oltre alle discipline comuni (Italiano, Storia, Matematica, Lingue straniere etc) e alle discipline tecniche (Cucina, sala, pasticceria, hotellerie) l’attenzione è posta in prima istanza su alcune competenze trasversali: la buona educazione ed il rispetto.
Gentile sig.ra De Gregorio,
chissà se lei conosce la vita del supplente, forse si, forse no, in entrambi i casi, sappia che i supplenti (che non hanno il suo stipendio), spesso sono costretti a lasciare case e famiglie per insegnamenti in città diverse e col loro operare, che spesso si configura come sacrificio, contribuiscono alla formazione degli studenti che si sono diplomati all’Istituto Alberghiero. Uno di questi ex studenti ha preparato l’insalatina che ora in qualche bar o ristorante lei starà consumando, servita da qualche cameriere ex studente, che ha fatto la gavetta chissà dove, con orari impossibili, per attendere clienti magari molesti e che poi denigrano la loro formazione. Gliela porge, col sorriso, la sua insalatina, insieme alla sua mezza minerale non gasata, e poi le servirà il suo caffè magari “macchiato tiepido con latte di soia, non troppo caldo con la schiuma e senza zucchero”. Quel cameriere, ex studente di un alberghiero, continuerà a sorriderle e a trattarla con rispetto ed educazione, anche dopo aver letto il suo articolo.
Gentile sig.ra De Gregorio,
mai come in questo caso vale il detto “sputare nel piatto dove si mangia”: faccia il suo bagno di umiltà, e ci pensi bene prima di offendere chi le prepara il pranzo, chi le serve il caffè, chi le prepara il dolce e chi, sorridendo, le porge la sedia e poi la saluta col sorriso. E magari, d’ora in poi, lasci una mancia, che i ragazzi dell’alberghiero, i supplenti, i docenti, di mance alla vita ne hanno lasciate parecchie.
Lettera firmata
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