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Concorsi, Azzolina: i neolaureati non sono favoriti, le supplenze pesano. Pittoni: torni sulla Terra!

I concorsi non penalizzano i docenti precari, perché con il loro servizio se superano le prove hanno un punteggio maggiorato. A ricordarlo è stata la ministra Lucia Azzolina, rispondendo ai giornalisti che la interpellavano sulle proteste di alcuni insegnanti non di ruolo, in particolare sull’organizzazione e le graduatorie per i concorsi a cattedra ai quali hanno accesso anche insegnanti non abilitati o con supplenze svolte.

Azzolina ha ricordato che è stato allestito un concorso riservato (anche se solo per la secondaria), e che comunque i precari storici possono mettersi in gioco partecipando anche ai concorsi ordinari.

Valorizzato chi ha un servizio alle spalle

“Abbiamo valorizzato sia chi aveva un servizio alle spalle, sia chi, neolaureato, aveva voglia di mettersi in gioco e provare la carriera dell’insegnamento: entrambe le categorie – ha detto la ministra – sono così tutelate per accedere a un ruolo pubblico che prevede un concorso”.

A chi contesta che con i concorsi pubblici il dicastero di Viale Trastevere intende privilegiare i giovani con titoli appena usciti dall’Università, Azzolina ha replicato con degli esempi pratici.

“E’ impossibile che un giovane neolaureato abbia più punti rispetto a chi insegna da 10 anni, perché ogni anno di insegnamento vale 12 punti in graduatoria”.

Selezioni riservate a chi ha 36 mesi di servizio svolto

La ministra ha aggiunto che al ministero hanno appositamente “pensato a un sistema che contemperasse le esigenze dei precari che hanno più di 36 mesi di servizio, con un concorso straordinario per loro, che ha visto espletare il 75% delle prove, e che si chiuderà a febbraio. Poi – ha concluso Azzolina – c’è il concorso ordinario per i giovani neolaureati, per chi non aveva quei 36 mesi di servizio”.

Le rassicurazioni della ministra per i precari che parteciperanno ai concorsi pubblici sono comunque subordinate al superamento delle prove, quindi al raggiungimento dell’idoneità all’insegnamento. Raggiunto tale obiettivo, i precari ‘storici’ vengono infatti collocati in una posizione della graduatoria quasi sempre più vantaggiosa rispetto a chi non può contare sulle supplenze svolte.

Pittoni: per i precari è una beffa parlare di concorsi

Il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura, ritiene però non motivate le parole della titolare del MI.

«Con che coraggio il ministro Azzolina afferma che i concorsi da lei promossi tutelerebbero docenti precari e neolaureati? Per i precari da tempo è una beffa parlare di concorsi e anche per i giovani la prospettiva è solo quella di un’attesa infinita».

«I precari – si chiede Pittoni – cos’altro devono dimostrare dopo che insegnano da una vita e attuano già tutte le norme ordinamentali, le direttive e le circolari ministeriali?”.

Il leghista: numero di posti ridicolo

Secondo Pittoni, “mentre i neolaureati sono condannati a concorsi fondati sul più vieto nozionismo, quando non su astrusi quesiti di cosiddetta “logica” lontani anni luce dalle reali competenze psico-socio-pedagogiche che, unite a quelle disciplinari, disegnano la figura ideale dell’insegnante del III° millennio. Concorsi, tra l’altro, che assegnano un numero di posti ridicolo in rapporto alle effettive esigenze e già fuori tempo massimo per il prossimo anno scolastico. Azzolina torni sulla Terra!”.

Sempre per il senatore leghista, la ministra “vive in una dimensione che non tiene conto della crisi pandemica, la quale richiede un grande piano di stabilizzazione come quello da noi proposto lo scorso marzo, per consentire il superamento delle classi pollaio (quindi più sicurezza sanitaria) e garantire – conclude Pittoni – qualità dell’insegnamento in condizioni d’emergenza».

Alessandro Giuliani

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