Sulla rottura del confronto fra sindacati e Ministero, interviene in queste ore Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera: “Non entro nel merito delle ragioni della rottura tra amministrazione e sindacati sui concorsi, per rispetto dei ruoli di tutti i soggetti coinvolti e della separazione dei poteri esecutivo e legislativo. Ma avendo ricoperto il ruolo di sottosegretario in quel Ministero conosco bene la delicatezza della fase attuale, fondamentale per garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico”.
“In particolare – aggiunge Toccafondi – viste le irresponsabili dimissioni del ministro precedente a poche settimane da questi mesi cruciali, la scuola italiana non si può permettere ulteriori ritardi nell’avvio delle procedure concorsuali e sono certo quindi che le parti sapranno ritrovare un comune senso di responsabilità, senza per questo rinunciare alla serietà della selezione dei futuri docenti”.
Sull’argomento ritorna anche il segretario nazionale della Uil Scuola Pino Turi che vuole aggiungere una sua personale considerazione alle valutazioni già contenute nel comunicato unitario della sera del 30 gennaio.
A irritare Pino Turi sono soprattutto le modalità previste per il concorso straordinario; la prova, protesta il segretario della Uil Scuola, si baserà su “crocette enciclopediche” e non ci sarà possibilità per i candidati di prepararsi adeguatamente, in quanto la richiesta sindacale di pubblicare in anticipo la banca dati completa dei quesiti non è stata accolta dal Ministero.
E poi c’è il fatto che i test verranno corretti a mano, dalle commissioni, con tutti i rischi – lascia intendere Turi – di errori involontari o, peggio, di “brogli” per favorire questo o quel candidato.
Le critiche di Turi sono ad ampio raggio: “I candidati insegnano nelle nostre scuole da anni e continueranno ad insegnare nei prossimi anni perché il sistema del nuovo reclutamento e i concorsi ci metteranno tempo per essere conclusi”.
Il segretario nazionale accusa anche il Ministero di pretendere che i candidati rispondano ad una prova computer-based che va “dallo spillo a Marte”.
E ancora: “La correzione: se di crocette si tratta dovrebbe essere fatta elettronicamente, con un lettore ottico. Rapido e oggettivo. Qui no: saranno delle Commissioni a valutare le crocette. Di quale trasparenza stiamo parlano. Di quali competenze?”
“La situazione dei precari va risolta – conclude Turi – decine di migliaia di insegnanti che in questo momento sono in classe, con contratti precari, e migliaia di persone che stanno svolgendo le funzioni di Dsga nelle scuole ai quali viene negata ogni possibilità di vedere riconosciuta la propria professionalità, stanno aspettando. Per tutelare queste persone prenderemo tutte le misure che si renderanno necessarie”.
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