“L’appetibilità della professione docente è in caduta libera. Chi vale guarda altrove e addio qualità dell’insegnamento”: a sostenerlo è Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega. L’ex presidente della commissione Cultura al Senato, che probabilmente troverà spazio al ministero dell’Istruzione come esperto di precariato e reclutamento, sostiene che “ci sarà da lavorare, insieme al nuovo ministro, per ridare dignità alla scuola”: uno dei motivi è quello che “attorno ai titoli per insegnare ruotano interessi importanti. Non a caso è forte la pressione a favore di concorsi anche solo per abilitarsi o accedere ad altro concorso”. Ma è anche debole la risposta.
Senza dimenticare che a rendere ancora più complicato il meccanismo che porta alle stabilizzazioni del personale sono anche i tempi di passaggio dal vecchio all’attuale Governo. Ci sono, ad esempio, dei decreti che se non approvati lasciano il sistema praticamente bloccato.
Vale per tutti il concorso straordinario, per esami, finalizzato all’accesso ai percorsi abilitanti, il cui bando, con tanto di decine di migliaia di candidature presentate, risale all’estate del 2020: ad oggi, siamo in attesa del Dpcm per comprendere come si andranno ad acquisire i 60 crediti previsti dal nuovo percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale, aventi come obiettivo l’acquisizione di competenze. Dovevano essere indicate con un decreto ministeriale da emanare entro il 31 luglio scorso. Invece, di quel decreto non c’è traccia.
A ritardarne l’emanazione non è solo il vuoto politico: manca anche l’intesa tra ministero dell’Istruzione e quello dell’Università per definire programmi di formazione e linee guida.
A quanto risulta, siamo ancora in alto mare, con ognuna delle due parti ferma a tutela delle sue ragioni.
L’impressione è che la maggioranza politica non abbia ancora definito le linee di movimento dei prossimi anni. E senza questa definizione, l’approvazione di diversi Dpcm sulle procedure selettive e formative del personale scolastico, diventa praticamente impossibile dall’essere adottata.
Da Viale Trastevere, del resto, le procedure per selezionare ed assumere varie figure professionali della scuola sono state avviate da tempo, anche nei confronti del Mef: il concorso, ad esempio, per diventare docente di educazione motoria, come pure quello per dirigenti scolastici, per diventare Dsga e tanti altri. Sono praticamente tutti predisposti, con tanto di regolamento. Quello che manca è capire come e con quali tempi procedere.
Come pure bisognerà capire se le norme su nuovo reclutamento e formazione, introdotto con la Legge 179/22, “figlia” del DL 36 poi modificato, siano compatibili con tempi e obiettivi del Pnrr. Anche in questo caso, il cambio di Governo ha alimentato i dubbi. E il tempo passa.
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