Politica scolastica

Concorsi e precari: incontro notturno per trovare l’accordo nel Governo

Il rischio è alto e sui problemi della scuola l’esecutivo potrebbe traballare anche se è molto probabile che, alla fine, il presidente Giuseppe Conte riuscirà a mettere tutti d’accordo.
Certo è che era davvero da molto tempo che non si assisteva ad uno scontro politico così accesso su un problema di politica scolastica.

Il pomo della discordia, questa volta, è l’assunzione in ruolo dei precari sul quale la Commissione Cultura del Senato dovrà decidere se e quali emendamenti al decreto scuola accogliere.
La Commissione è convocata per lunedì alle ore 14 e prima di quell’ora la maggioranza dovrà trovare un’intesa.
E proprio per questo il presidente Conte ha deciso di convocare un ulteriore vertice politico per le ore 23 di domenica in modo da evitare che nella mattinata di lunedì la situazione ancora in sospeso.

Per evitare la rottura definitiva con il M5S e con la ministra Azzolina, PD e Leu hanno pronta una proposta: rinviare il concorso alla fine dell’anno scolastico, nel 2021, per i contratti a tempi indeterminato e, nel frattempo impiegare i precari, sulla base dei titoli, a settembre.
La responsabile scuola del PD Camilla Sgambato spiega: “Noi vogliamo una graduatoria con prova finale selettiva alla fine dell’anno, certo più concreta di un concorso a quiz che non si sa, per i problemi legati alla pandemia, nemmeno se potrà svolgersi”.

Il M5S ricorda che il concorso con una prova d’esame non è un “puntiglio” della ministra Azzolina ma è espressamente previsto da un provvedimento adottato già all’epoca del ministro Fioramonti, proprio negli ultimi giorni del suo mandato.

Forse l’accordo potrebbe consistere proprio in questo: ribadire che si entra in ruolo con un concorso selettivo e al tempo stesso concedere una “eccezione” di carattere procedurale solo in relazione alla situazione di eccezionalità che si sta attraversando.

Negli ultimi giorni era balenata l’ipotesi che un emendamento di PD e PEU finalizzato ad eliminare la prova d’esame dal concorso potesse essere approvato con i voti di PD, LEU e Lega ma senza quelli del M5S.
Il tentativo di Conte di queste ore dovrebbe servire anche a far cadere questa ipotesi che sarebbe davvero rischiosa sul piano politico.

Reginaldo Palermo

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