Attualità

Concorsi in 100 giorni, una sola prova scritta digitale e una orale. E per la scuola?

Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
Così recita l’articolo 97 della Costituzione, rimasto invariato dall’edizione del 1948.

Prima un concorso poteva durare fino a quattro anni dalla data pubblicazione del bando alle graduatorie finali. Adesso, con l’approvazione in Aula al Senato del decreto legge 44/2021 che all’articolo 10 sblocca e riforma i concorsi pubblici, un concorso sarà espletato in cento giorni.
Con soddisfazione il Ministro Renato Brunetta afferma che “Da quattro anni a tre mesi è un cambiamento che darà ossigeno alle amministrazioni impoverite da anni di blocco del turnover, garantirà il ricambio generazionale e premierà il merito e le competenze”.

“È questo il primo passo per la rivoluzione del reclutamento nella Pubblica amministrazione”, continua Brunetta. “Niente più carta e penna, a regime una sola prova scritta digitale, ma in presenza, e una prova orale. Valutazione iniziale dei titoli di studio per le figure ad alta specializzazione tecnica, nel segno della corrispondenza ragionevole tra richiesta dell’amministrazione e livello del posto messo a bando”.

Il traguardo raggiunto che per i concorsi, salutato con positività nelle pubbliche amministrazioni, nel mondo della scuola lascia alcune perplessità circa la gestione del pesante fardello del precariato.
La scuola, poi, non è un ufficio di adempimenti e disbrigo pratiche, ha una finalità formativa ed educativa che difficilmente potrà essere delimitata nell’ambito di una prova scritta digitale.

Per la valutazione dei titoli quali prendere in considerazione se non quelli di accesso all’insegnamento? Si apre il filone dei master e dei titoli che daranno punteggio. Occorrerà prevedere inoltre un tirocinio di pratica didattica, non limitato al cosiddetto “anno di straordinariato” bensì definito da un vero percorso formativo ben guidato e saggiamente valutato, prendendo in considerazione i molteplici aspetti delle competenze didattiche e metodologiche.

L’intento di Brunetta (“mettere al centro il merito e la legalità significa stare dalla parte dei giovani”) è di per sé condivisibile: La scuola, infatti, ha bisogno di forze nuove ed energie vitali che sappiano rispondere alle istanze dei giovani di oggi, senza perdere di vista le radici valoriali dello studente persona che diventa cittadino.
Si tratta di capire con questo principio verrà poi concretamente applicato.

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Giuseppe Adernò

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