Oltre otto posti su dieci da docente di primaria sono liberi al Nord Italia e anche per gli altri gradi scolastici la maggior parte delle cattedre vacanti sono allocate al Settentrione: lo ha rilevato un’indagine di Tuttoscuola, che è andata ad approfondire le regioni dove andranno a prendere servizio i prossimi vincitori delle selezioni (legate al Pnrr) per diventare docente della scuola italiana. Ebbene, dai calcoli della testata ben cinque posti di scuola primaria su sei (l’83%) riguardano regioni del Settentrione, benché lì vi siano solo il 43% delle classi. Anche per la secondaria il divario è netto e sempre a favore del Nord.
E siccome i candidati sono di Roma in giù, si prevede un’altra stagione di pendolarismo di massa tra gli insegnanti.
Peccato, fa notare ancora Tuttoscuola, che almeno due terzi dei futuri nuovi insegnanti siano residenti nel Mezzogiorno. Come dire: chi sperava nella riduzione del flusso migratorio record di insegnanti, che ogni anno si spostano da Sud a Nord, non sarà accontentato.
E nel caso la norma sui vincoli dei neo-assunti dovesse rimanere in vigore, per almeno tre anni la gran parte saranno costretti ad accasarsi a centinaia di chilometri da casa (facendo i pendolari per rivedere parenti e amici) senza nemmeno la possibilità di chiedere assegnazione provvisoria.
Sempre Tuttoscuola rileva che si tratta di uina grande migrazione quasi esclusivamente al femminile: il 96% dei docenti della scuola primaria sono infatti donne.
Estendendo l’analisi a tutti i gradi di scuola, quasi due terzi (esattamente 64,6%) dei 30.216 posti messi a concorso si trovano nelle regioni settentrionali, mentre meno di un quinto dei posti (19,1%) si trova nelle regioni del Mezzogiorno. Nel dettaglio per settori al Nord i posti per la primaria sono addirittura l’82,6%, per la secondaria di I grado il 64,7%, per l’infanzia il 54,5% e per la secondaria di II grado il 54%.
Pur con qualche variazione tra i settori, si conferma ancora una volta una rilevante situazione di posti vacanti al nord da ricoprire con concorsi, mentre nel Mezzogiorno il fabbisogno di posti da ricoprire con concorso è notevolmente ridotto. Secondo i dati ufficiali riportati nel focus ministeriale di avvio dell’anno scolastico 2023-24, i posti in organico nelle due aree sono sostanzialmente uguali: 352.079 posti, pari al 40% del totale nazionale, al Nord, 346.841 posti, pari al 39,5%, nel Mezzogiorno.
Inoltre, viene sottolineato che la maggior parte dei posti dell’organico nelle regioni del Mezzogiorno è satura, quindi con pochissimi posti liberi: considerando che le iscrizioni sono in sensibile calo, anche la Sud, per prendere posto da Roma in giù, quindi, bisognerà attendere che gli attuali insegnanti vadano in pensione (considerando l’adozione della Legge Fornero, però, si lascia sempre più tardi e quindi in numero limitato ogni anno).
Insomma, un problema ulteriore (per i docenti emigrati al Nord Italia) per riuscire a tornare a casa il prima possibile.
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