Stavolta la rottura delle trattative sui concorsi non è sanabile: le cinque maggiori sigle sindacali della scuola (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda), dopo avere abbandonato la strada delle trattative per definire i parametri d’accesso alle selezioni ordinarie e riservate (a loro dire eccessivamente ristretti), hanno prima deciso di tornare alla mobilitazione e poi di indire lo sciopero generale dei precari della scuola per il prossimo martedì 17 marzo.
Attraverso un comunicato delle segreterie unitarie, riunite il 4 febbraio, fanno sapere che lo sciopero rappresenta “un primo step di iniziative a sostegno del personale precario della scuola e dei facenti funzioni di Dsga” e “un’iniziativa che si sviluppa su un arco di tempo più lungo e su problematiche più vaste”.
Sarà una conferenza stampa nei prossimi giorni a illustrare nel dettaglio le ragioni che hanno portato i sindacati alla decisione.
Per il momento, spiegano anche che lo sciopero era inevitabile, dopo “un confronto durato mesi”, durante i quali erano stati presi degli accordi, anche con il Governo, pure su altri temi, come “il rinnovo del contratto, la mobilità e la definizione di un sistema strutturale di abilitazione”.
È probabile, a questo punto, che lo sciopero del 17 marzo possa quindi trasformarsi (o essere bissato) in sciopero generale, coinvolgendo anche il personale di ruolo: molto importante, a questo proposito, saranno anche i contenuti del Documento di Economia a Finanza, il cosiddetto Def, che in qualche modo anticipa, all’interno di un quadro “macro”, le intenzioni del Governo sulla prossima Legge di Bilancio.
Qualora la scuola dovesse subire un trattamento anche stavolta poco rilevante, con la spesa rispetto al Pil per l’intero comparto in progressiva riduzione, come è accaduto con il Def del 2019, allora lo sciopero generale potrebbe diventare più che plausibile.
Molto importante sarà anche l’entità dei finanziamenti che la Funzione Pubblica e il Mef riserveranno al rinnovo del contratto della scuola, scaduto ormai da tempo.
Per ora, le attenzioni rimangono però concentrate sul precariato. “Sono venute a cadere le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione – spiegano i segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda – Il confronto dei giorni scorsi al Ministero ha evidenziato una sostanziale indisponibilità al negoziato di questa amministrazione, che ha respinto in larga parte le proposte avanzate dai sindacati sui provvedimenti relativi alle procedure concorsuali“.
“Il tema della precarietà – aggiungono Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini e Di Meglio – va superato con una politica attenta e con misure che siano il risultato di un confronto corretto. Migliaia di persone attendono risposte concrete e rispettose del loro lavoro“.
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