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Concorsi pubblici, il Miur prova a stringere i tempi

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Se si vuole sbloccare lo stallo sul reclutamento di giovani aspiranti docenti occorre accelerare i tempi dell’indizione dei nuovi concorsi pubblici: dopo il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, il concetto è stato espresso qualche giorno fa dai massimi dirigenti di viale Trastevere ai sindacati. La volontà del Miur, tuttavia, si scontra con i limiti della burocrazia. In particolare, ha spiegato la Cisl Scuola, presente all’incontro, il Capo dipartimento Lucrezia Stellacci, “nel rappresentare la volontà del Ministro di avviare quanto prima le procedure per un nuovo concorso, adeguate ai tempi e caratterizzate da maggiore celerità e snellezza, ha sottolineato le difficoltà che derivano sia dagli stretti margini di azione concessi dalla normativa vigente sulla materia, sia dai tempi lunghi che comunque comporta l’iter di approvazione di un eventuale nuovo regolamento”.
Per evitare incaute pubblicazioni, quindi, il ministero dell’Istruzione sta realizzando un approfondimento tecnico-giuridico. Che servirà anche, ha spiegato la Uil Scuola, “a garantire trasparenza nelle procedure e rapidità dei tempi di attuazione“. Al momento, tuttavia, ha sottolineato lo Snals Confsal “l’amministrazione non ha ancora definito alcuna soluzione, ma sta studiando tutte le possibili vie percorribili per risolvere i diversi problemi e per dare risposte sia alle esigenze di funzionamento delle scuole che alle aspettative delle persone coinvolte nei vari aspetti”.
Una delle novità che sta comunque prendendo corpo riguarda la volontà del Miur di attivare dei mini-concorsi per abilitare il prima possibile degli aspiranti (privi di altre abilitazioni) che disponga di titoli d’accesso per concorrere nelle non poche classi di concorso ormai senza più candidati (in gergo tecnico “esaurite”).
Se i concorsi sono in alto mare, sui Tfa siamo fermi alle indiscrezioni di qualche giorno fa: anche ai sindacati non è stato detto nulla di più di quello che si sapeva. Quindi anche che poiché le date di svolgimento delle preselezioni sarebbero state collocate tra il 20 giugno ed il 20 luglio, la pubblicazione del bando di concorso a questo punto sarebbe ormai vicina. Sul tema è intervenuta la Flc-Cgil: “i Tfa, così attesi da coloro che aspirano all’abilitazione all’insegnamento – ha fatto sapere il sindacato guidato da Domenico Pantaleo – , non devono alimentare vane speranze, ma corrispondere a una seria programmazione del piano di stabilizzazioni”.
Nella ripartizione delle assunzioni però, in base a quanto fatto intendere più volte dal ministro Profumo, si dovrebbe tenere conto dell’alto numero di supplenti abilitati presenti delle graduatorie ad esaurimento: ogni quattro assunti, quindi, solo uno dovrebbe provenire dai Tfa. Gli altri sarebbero attinti delle GaE.
A proposito di assunzioni, da attuare nella prossima estate, i rumors provenienti dal dicastero dell’Istruzione indicano in 20mila (non 10mila) il numero su cui si starebbe lavorando al Ministero. Una quantità, quindi, non lontana di prossimi pensionamenti. E che non terrebbe conto del “popolo” dei crescenti soprannumerari. Ma confermerebbe la volontà adottata l’estate scorsa di immettere i ruolo su tutti (o quasi) i posti vacanti.