Concorsi

Concorsi pubblici scuola, arriva la semplificazione: ma non significa “scorciatoia”

Occorre “semplificare le attuali procedure di concorso pubblico” per i docenti: l’intenzione sta scritta nel testo del Recovery plan definitivo, fatto pervenire alla Commissione europea. La semplificazione, che secondo più di qualcuno varrebbe anche per i concorsi ordinari già banditi per il primo e per il secondo ciclo, sarà coordinata dal ministero dell’Istruzione, al fine di portarla a regime nel 2022.

Le schede del progetto del Pnrr

Ma cosa significa “semplificare” i concorsi pubblici? Per saperne di più è indispensabile andare ad esaminare le schede del progetto del Pnrr.

Ed è in questi testi che si scopre che l’immissione in ruolo dovrebbe seguire un percorso meno rigido: si parte da una valutazione delle conoscenze del ‘candidato’, alle quali fanno seguito dei “test”, da attuare sia con ‘esami’ più o meno tradizionali, sia con esperienze da svolgere direttamente nelle aule, con gli alunni, sia all’interno degli organi collegiali, con i colleghi.

La prova come tirocinio

L’assunzione in ruolo, inoltre, non comporterà necessariamente l’automatica immissione in ruolo: l’anno di prova viene considerato alla stregua di un periodo di tirocinio, con tanto di valutazione finale e l’obbligo di permanenza di almeno tre anni nel posto di assegnazione.

Si, è vero: siamo fermi ai titoli. Ma si tratta pur sempre di un progetto ufficialmente inviato a chi, la Commissione europea, dovrà poi fornire diversi miliardi di euro per finanziarlo. Quindi, non può trattarsi solo di intenzioni tutte da considerare sul piano pratico.

Anche la riforma Brunetta ne terrà conto

E da questi punti bisognerà ripartire anche per andare a definire la riforma sblocca concorsi voluta dal ministro Renato Brunetta, contenuta nell’articolo 10 del decreto legge n. 44/2021: anche sul versante nazionale la parola d’ordine è sempre “semplificazione”, che non significa (come più di qualcuno sostiene, ad iniziare dal M5s) volere attivare delle scorciatoie per essere assunti a tempo indeterminato.

Il vero obiettivo rimane quello di accorciare i 12-24 mesi di attesa media che ancora oggi occorrono per vedere i vincitori delle procedure pubbliche tradizionali svolgere le prove e prendere possesso della cattedra. Realizzarlo, visti i precedenti, non sarà comunque semplice.

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Alessandro Giuliani

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