Il Consiglio di Stato ha dato il via libera al decreto per la riforma dei concorsi pubblici. Così come riporta Il Sole 24 Ore, i giudici hanno promosso la mini-riforma dell’articolo 18 per i dipendenti pubblici (tetto di 24 mensilità in caso di reintegro dopo il licenziamento), ma il parere positivo del Consiglio è accompagnato da alcune osservazioni. La più interessante riguarda i concorsi: secondo i giudici il governo poteva essere più incisivo. I meccanismi attuali di reclutamento della Pa non sono sempre redditizi.
Già la Banca d’Italia si è scagliata contro le selezioni troppo nozionistiche che non sempre permettono di selezionare i migliori. Da tagliare, inoltre, anche i tempi delle procedure: i giudici amministrativi consigliano al legislatore di limitare la valutazione dei titoli ai candidati che effettivamente partecipano a tutti gli scritti, evitando un lavoro lungo e dispendioso alle commissioni. Rimane il voto minimo di laurea per accedere, mentre non è adeguatamente valorizzato il dottorato.
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PRECARI – Per il Consiglio di Stato c’è da correggere anche il piano straordinario di assunzione dei precari (50mila secondo la Funzione Pubblica). Secondo il decreto la stabilizzazione può arrivare per chi ha maturato tre anni di anzianità negli ultimi otto all’interno della stessa Pa. I giudici, invece, raccomandano di cancellare questo vincolo prevedendo che l’anzianità possa essere maturata in qualsiasi amministrazione pubblica.
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