Abbiamo già riferito delle prime contestazioni arrivate all’indirizzo del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta sul tema dei concorsi, specie dal momento che il Ministro rimette in discussione anche in maniera retroattiva i concorsi già banditi, cancellando la prova preselettiva, se venisse confermato che l’articolo 10 del decreto legge n. 44/2021 ha validità anche per la scuola, come sembra dalle slide del Ministero.
Una scelta critica contro la quale protestano tutti coloro che da tempo studiavano per la preselettiva del concorso ordinario, investendo anche denaro per la formazione.
Monta la rabbia degli esclusi, rappresentati nei loro interessi, in questi giorni, dal Movimento 5 Stelle e dalla ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che sul proprio profilo Twitter alza la voce: “Vediamo di spiegarlo in maniera chiara, andando oltre i tecnicismi: le nuove norme sui concorsi pubblici, così come scritte, rischiano di tagliare fuori quasi 150 mila giovani neolaureati, under 30, che avevano scelto di fare l’insegnante.”
“Da settimane nel Paese va avanti un dibattito sul prezzo altissimo che stanno pagando i giovani a causa della pandemia. Poi, però, basta un tratto di penna per cancellare ogni aspettativa di cambiamento.”
“E’ passato un anno dal decreto Scuola, un anno di battaglie politiche per portare avanti l’idea di una scuola da rinnovare secondo il principio del merito. In teoria niente di rivoluzionario. O forse sì, per questo Paese. Con quale coraggio poi ci lamentamiamo del fatto che ogni anno decine di migliaia di ragazzi lasciano l’Italia? Prima li formiamo a scuola e nelle università, poi però ne ostacoliamo l’ingresso nel mondo del lavoro. Come se in un’azienda si formasse il personale per mandarlo ai concorrenti.”
“In Parlamento si lavori per cambiare la norma, altrimenti vorrà dire che la politica avrà, ancora una volta, deciso di sbattere la porta in faccia ai giovani e bye bye next generation.”
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