Intervenuto nel corso della Tecnica risponde live di lunedì 03 luglio 2023, il segretario nazionale Cisl Scuola Attilio Varengo ha parlato dell’incontro tra ministero dell’Istruzione e sindacati e sulle novità emerse riguardo i prossimi concorsi:
“Dall’informativa sui nuovi concorsi è emersa la necessità di allineare la disciplina dei contratti alle novità del Decreto 59, dal Dl 36 e dal Dl 75, tutte modifiche che impattano sul reclutamento di tutti i gradi di scuola con alcune differenze tra infanzia e primaria e primo e secondo grado e nel tentativo di corrispondere agli impegni in sede europea in tema di Pnrr. Ricordiamo l’esigenza di assumere, su dettato del Piano Nazionale, di assumere almeno 70mila docenti entro il 31 dicembre 2024. Obiettivo ambizioso se consideriamo un contingente di assunzioni autorizzato dal Mef piuttosto ampio, un esito delle operazioni di assunzioni che si attestano anche al di sotto del 50%”.
“Peraltro, ad oggi stiamo attendendo la versione definitiva del famoso Dpcm che avrebbe dovuto vedere la vita entro il 31 luglio 2022 e che va a disciplinare tutti i nuovi percorsi necessari per consentire ai docenti interessati un’abilitazione”.
“Il legislatore è costretto ad intervenire anche una volta in tema di reclutamento – spiega Varengo – per cercare di sistemare una macchina burocratica che fa fatica a partire, questo perché il nostro legislatore si ostina a scorgere nel concorso l’unico strumento valido per le assunzioni del personale docente”.
Cosa ci è stato detto stamattina? “Partiamo dalla scuola secondaria di I e II grado. Il decreto tiene conto dell’esigenza di rispettare un periodo transitorio. Entro il 31 dicembre 2024 bisogna arrivare all’assunzione di 70mila docenti, attraverso due procedure concorsuali, la prima (quella di cui ha parlato più volte il ministro Valditara) bandita per circa 35mila docenti, che dovrebbe consentire l’assunzione di coloro che hanno almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque, di cui uno specifico, i 24 cfu e una seconda procedura che dovrà prevedere la partecipazione di quei docenti che nel frattempo hanno acquisito i 30 cfu (nella fase transitoria è consentito l’accesso a chi ha i 30 cfu, salvo poi il completamento della formazione). Lo stesso Ministero prevede la possibilità che a questo concorso possa partecipare l’aspirante iscritto ma che non ha ancora concluso il percorso. Ciò deriva dai tempi necessari ai vari atenei affinchè gli stessi possano disporre i nuovi corsi di formazione. Al 1° luglio il docente deve aver conseguito i 30 cfu. In questo modo verrà iscritto in graduatoria a pieno titolo. Nel caso in cui non li avesse acquisiti, non potrà ricevere il contratto a tempo determinato. Il Dl 59 prevede, all’esito del concorso ordinario due modalità di assunzione: una modalità immediatamente a tempo indeterminato per coloro che hanno già acquisito l’abilitazione, una a tempo determinato nelle more della conclusione del percorso di abilitazione, quindi essendo questa la fase transitoria, i colleghi riceveranno, nel caso in cui non avessero l’abilitazione, un contratto a tempo determinato, concluderanno la formazione, una volta raggiunta l’abilitazione, avranno trasformato il contratto in tempo indeterminato e parteciperanno all’anno di prova”.
Tutto questo non c’è nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia perché il titolo di accesso non viene a cambiare (laurea in scienze della formazione primaria). L’unica grossa differenza, tralascia la fase transitoria della scuola secondaria.
“Altra novità, l’organizzazione delle prove concorsuali. Verrà effettuata attraverso quesiti a risposta multipla, 50 quesiti, di cui 40 di natura pedagogica, psico-pedagogica, metodologica-didattica, 5 volte alla verifica delle competenze informatiche, 5 finalizzate alla conoscenza dell’inglese. Questo vale per entrambe le procedure. Non sono previste in questa fase prove preselettive. Queste ultime potranno essere previste al termine del periodo Pnrr, quindi dal 2026 in poi nel momento in cui il ministero dovesse adottare la volontà di sottoporre gli aspiranti non a quesiti a scelta multipla ma a risposte aperte”.
“Lo scritto si supererà con il classico 7/10, si sarà ammessi a un orale. La prova orale verterà sulle conoscenze, anche in questo caso pedagogiche, psico-pedagogiche, metodologiche e prevedrà anche un test specifico sotto forma di lezione simulata. Noi abbiamo chiesto al Ministero, non riscontrando alla legge un impedimento di forma a questa nuova proposta, di limitare l’orale ad una lezione simulata all’interno della quale la commissione possa valutare le competenze pedagogiche”.
I concorsi sono di durata annuale, prevedranno l’assunzione in ruolo dei vincitori e le graduatorie non prevedranno gli idonei nel senso che, viene ammesso per legge il fatto che le graduatorie dei vincitori siano integrate in caso di rinuncia in eguale numero di aspiranti idonei. Abbiamo chiesto, anche per motivi di trasparenza che, benchè le graduatorie come prevede la legge siano composte da un numero pari ai posti messi a bando, sia prevista la pubblicazione degli idonei. Riteniamo che coloro che hanno superato le due prove hanno tutti i diritti di sapere come si collocano e sapere quando essere chiamati in caso di rinunce”.
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