Il giornalista Davide Giacalone, ai microfoni di Non Stop News, programma di Rtl1025, oggi, 7 luglio, ha discusso proposito di concorsi, reclutamento docenti e precariato. Ecco le sue parole, destinate sicuramente a far discutere.
Il giornalista ha detto che a suo avviso non bisogna semplificare le procedure concorsuali: “Il concetto di ‘precario’ è già sbagliato in sè: sono persone che hanno lavorato dignitosamente ma che non hanno mai passato un concorso. Saranno tutti bravissimi, eccellenti insegnanti. Ma se fai un concorso con le prove a crocette rendi più basso l’ostacolo, accetti che a passare il concorso sia un maggiore numero di persone ignoranti e incapaci. Queste diventeranno moltiplicatori di incapacità e ignoranza perché formeranno gli studenti non essendone capaci. Come si fa a dire che non sono capaci? E allora mettiamo loro l’ostacolo a livello normale”.
“Se questo si abbassa c’è una forma di pietà, si va incontro ai bisogni sociali del precario ottenendo il più asociale dei risultati. Produrrai ignoranza. Questo impoverisce il Paese. Nessuno che lo senta come un problema di questo tipo, il problema è il precario. E invece io credo che il problema sia il precario servizio che viene fornito agli studenti”, queste le forti parole di Giacalone. A suo avviso bisogna fare più attenzione per garantire un buon servizio agli studenti, selezionando in modo più “severo” gli insegnanti.
Non è la prima volta che il giornalista si esprime in modo simile. All’indomani del cambio di denominazione di Viale Trastevere ha commentato: “Il cambio del nome del Ministero può essere indicativo di un’intenzione, ma è tempo perso. Il problema non è quello di misurare e fare valere il merito, che sarebbe giustissimo. Il problema è produrlo, diffonderlo”.
“Questo non si può fare se non si parte dalle cattedre. Occorre essere capaci di promuovere e diffondere il merito nelle cattedre. Assumere per selezione e non per sanatoria. Altro che graduatorie a esaurimento, siamo a un esaurimento della cultura, della capacità di leggere e capire”, ha commentato il giornalista, che pensa che il concetto di merito debba essere esteso anche alla classe docente.
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