Uno dei problemi che la ministra Lucia Azzolina dovrà affrontare per evitare il collasso della procedura concorsuale ormai imminente riguarda i compensi previsti per i commissari.
Problema che, in passato, ha reso piuttosto complicata la formazione delle commissioni.
Attualmente i compensi da corrispondere alle commissioni giudicatrici dei concorsi sono disciplinati dal DM del 31 agosto 2016.
I numeri sono contenuti nell’articolo 1 del decreto.
Per ciascun componente delle commissioni viene corrisposto un compenso base lordo dipendente differenziato come segue:
502,00 euro per presidente
418,48 euro per gli altri componenti
371,84 euro per i segretari delle commissioni.
L’articolo 2 prevede che a ciascun componente delle commissioni esaminatrici venga corrisposto un compenso integrativo lordo pari ad un euro per ciascun elaborato o
candidato esaminato.
L’articolo 3, infine, fissa in 4.103,40 euro il tetto massimo dei compensi; tale limite è aumentato del 20% per i presidenti ed è ridotto della stessa percentuale per i segretari delle commissioni.
In realtà, però, tale tetto non può in alcun modo essere raggiunto perchè vi sono altre disposizioni che prevedono che ciascuna commissione possa esaminare fino ad una massimo di 500 candidati.
A conti fatti i compensi sono quindi davvero modesti e non corrispondono minimamente all’impegno orario e al peso di responsabilità che l’incarico comporta.
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