Con l’intento di chiarire cosa davvero voglia dire l’articolo 10 del decreto legge 44 sui concorsi pubblici, il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta è intervenuto con un lungo articolo pubblicato su Huffington Post.
Brunetta distingue fra due tipologie di concorsi.
La prima riguarda i concorsi già banditi per i quali non sia stata svolta alcuna prova; in questo caso “le amministrazioni – scrive il Ministro – possono, non devono, prevedere una fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle prove successive e possono prevedere una sola prova scritta e una eventuale prova orale”.
“Per i concorsi banditi durante lo stato di emergenza – aggiunge – è obbligatoria la fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle fasi successive, così come la prova scritta. La prova orale, invece, resta eventuale”.
Ma la vera – rivoluzione scrive ancora il Ministro – riguarda un altro aspetto: d’ora innanzi, infatti, le prove orali potranno svolgersi in videoconferenza.
Un’altra novità – spiega Brunetta – sarà quella di rendere obbligatoria la fase iniziale della valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti per l’ammissione alle prove successive, al posto dei test preselettivi a crocette, una decisione coerente con le pratiche internazionali.
Resta il fatto che la norma del decreto 44 prevede che per i concorsi già banditi ma non ancora avviati sarà possibile riaprire i termini per la partecipazione. Nel concreto questo potrebbe voler dire, per esempio, che i docenti di secondaria che non sono riusciti a superare il concorso straordinario che si sta concludendo potranno presentare anche domanda per l’ordinario contando magari proprio sul fatto che non sarà più necessario sottoporsi alla prova preselettiva ma, al contrario, potranno avvalersi già di un “gruzzolo” di punti di titoli e servizio che certamente li avvantaggeranno rispetto ai colleghi più giovani con poco servizio.
In ogni caso per il momento il consenso sulla proposta di Renato Brunetta è molto ampio, anche se il M5S ha già detto di essere contrario.
Una autorevole voce di dissenso è quella dell’economista Tito Boeri che manda un tweet: “Norme su concorsi pubblici in decreto 44 ci tolgono opportunità di riformare PA. Chiudono porta in faccia a neolaureati premiando chi ha “titoli di servizio” da esibire. Istituzionalizzano produzione di precari a mezzo di precari nella scuola. E avremo ancora cattedre vuote al Nord”.
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, segnala invece che “la Costituzione italiana assicura a tutti gli aventi diritto la possibilità di accedere ai pubblici concorsi in condizioni di eguaglianza, trasparenza e non discriminazione in base al censo e all’età”
“E’ chiaro quindi – conclude il deputato di SI – che le nuove norme di Brunetta finiranno per esporre la Pubblica Amministrazione ad una selva di ricorsi”.
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