Stanno creando qualche perplessità le disposizioni sui concorsi contenute nell’articolo 10 del decreto legge 44 del 1° aprile scorso.
Il decreto, infatti, parla di “modalità semplificate di svolgimento delle prove” che dovranno riguardare tutti i concorsi pubblici, compresi quelli della scuola.
L’articolo 10, in particolare, prevede che i concorsi si debbano basare su una sola prova scritta e di una orale; ma, soprattutto, parla di “una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle successive fasi concorsuali” e aggiunge che “i titoli e l’eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio, possono concorrere alla formazione del punteggio finale”.
In altri termini le prove preselettive finalizzate a ridurre il numero degli effettivi partecipanti alle prove scomparirebbero per essere sostituite da una sorta di “pre-selezione” basata proprio sulla valutazione di titoli e servizio.
In tal modo – osservano alcuni – si rischierebbe di danneggiare in qualche misura i giovani laureati seppure molto bravi a vantaggio di chi invece ha già qualche anno di servizio come precario.
E c’è anche chi pensa che queste regole potrebbe essere applicate da subito persino ai concorsi già banditi.
Per la verità per parte nostra riteniamo che per i concorsi ordinari per primaria e infanzia e per secondaria per i quali le procedure sono già avviate non dovrebbe cambiare nulla.
Stiamo parlando ovviamente delle due procedure per le quali sono state presentate rispettivamente 70mila e 430mila domande di partecipazione; si tratta di concorsi che si sono fermati a causa dell’emergenza Covid, ma che fanno riferimento a regolamenti e bandi già ampiamente approvati e applicati.
Il fatto è che ci ha presentato domanda per partecipare lo ha fatto con riferimento alle regole contenute nel bando e se le regole dovessero cambiare in corso d’opera avrebbe buone ragioni per ricorrere.
A rigore di logica le nuove regole del decreto 44 dovrebbero riguardare quindi i concorsi per i quali non ci sono ancora i bandi (per esempio sostegno e religione cattolica) e per i quali non sono ancora stati aperti i termine per la presentazione delle domande.
Ad ogni modo c’è da ricordare che il decreto 44 deve ancora passare all’esame del Parlamento che potrebbe introdurre modifiche più o meno significative.
Nel concreto, insomma, se ne potrebbe riparlare dopo l’estate.
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