Le nuove norme sui concorsi contenute nell’articolo 10 del decreto legge 44 che sta iniziando il suo iter legislativo al Senato proprio in questi giorni continuano a far discutere.
Il punto più delicato riguarda le modalità della preselezione che, d’ora in poi, potrebbe essere affidata al semplice conteggio dei punti dei titoli e dei servizi.
Dato atto che i sindacati scuola, seppure con sfumature diverse, sono sostanzialmente favorevoli resta ancora da capire bene come si schiereranno le forze politiche.
Scontato il sì della Lega e di Forza Italia e quasi certo l’assenso del PD o comunque di una sua ampia fetta, non si comprende quale sarà in definitiva la posizione del M5S, mentre decisamente contrario potrebbe essere il gruppo di Italia Viva.
Nettamente contraria è anche Bianca Granato, ex 5S e ora del Gruppo Alternativa c’è che spiega alla nostra testata quale sia la sua posizione.
“Il Governo dei migliori – ironizza la senatrice – propone di mettere a regime una modalità di selezione che impedirà ai candidati più giovani, a prescindere dal merito e dalle competenze, finanche di accedere alle procedure concorsuali per l’insegnamento. Proprio la risposta giusta alle sfide che con il Recovery Plan ci si attendeva, di avere una classe docente giovane e preparata”.
“Questa procedura – aggiunge – è incostituzionale, non è realmente erga omnes, ma rappresenta di fatto una procedura riservata al precariato che può aver facilmente accumulato titoli sul mercato e servizio, non superando alcuna selezione antecedente”.
“In tutti i concorsi finora fatti per la scuola – ricorda Granato – i titoli sono stati valutati a valle della procedura selettiva e hanno inciso fino a un massimo del 20% del punteggio finale. Qui vengono usati come preselettiva, vanificando totalmente l’obiettivo del concorso che, nella migliore delle ipotesi, si riduce ad una selezione dei migliori tra i peggiori”.
Duro (e per certi aspetti sconsolato) il giudizio politico complessivo: “In questo modo tutto l’arco parlamentare avrà finalmente raggiunto l’obiettivo con la complicità dei sindacati di trasformare la scuola statale in un ufficio di collocamento e di renderla concorrenziale a livelli qualitativi con i tanti diplomifici paritari di cui il nostro splendido Paese è pieno, affamati di finanziamenti pubblici. Se questo è il riguardo che il governo dei migliori ha verso la mobilità sociale e i nostri giovani, penso che l’unica ricetta per loro sia l’espatrio”.
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