Sul tema dei concorsi pubblici il M5S torna contestare le opinioni e l’operato del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Stavolta è il senatore Danilo Toninelli a esporsi: “Oggi in commissione affari costituzionali voteremo gli emendamenti al decreto covid, che contiene anche la famigerata norma Brunetta sull’accesso ai concorsi per la pubblica amministrazione” si legge nel comunicato dell’ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti nel Governo Conte I.
Non è il solo, in effetti, Danilo Toninelli, ad assumere questa posizione critica. Come ha riferito in un articolo precedente il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, infatti, una autorevole voce di dissenso è quella dell’economista Tito Boeri che sui propri profili social dichiara: “Norme su concorsi pubblici in decreto 44 ci tolgono opportunità di riformare PA. Chiudono porta in faccia a neolaureati premiando chi ha “titoli di servizio” da esibire. Istituzionalizzano produzione di precari a mezzo di precari nella scuola. E avremo ancora cattedre vuote al Nord”.
Continua l’esponente dei 5S: “Il Movimento 5 Stelle voterà convintamente l’emendamento che modifica questa norma, tutelando l’accessibilità ai concorsi soprattutto per i neolaureati. Lavoriamo per dare al Paese una pubblica amministrazione moderna, capace di rispondere celermente alle esigenze dei cittadini. E in tutto questo i giovani hanno un ruolo chiave, avendo indici di apprendimento e di produttività molto elevati e garantendo spesso un’adeguata preparazione sul digitale e sulle lingue straniere”.
E conclude: “Abbiamo preso un impegno con le centinaia di migliaia di concorsisti allarmati dagli effetti nefasti della norma Brunetta, e con i tanti giovani che giustamente ambiscono ad avere un ruolo nella funzione pubblica. È un impegno che porteremo fino in fondo”.
Non si placa, dunque, lo scontro tutto interno al Governo Draghi tra le diverse parti che evocano soluzioni diverse al precariato e al reclutamento dei docenti: i 5S da un lato, che chiedono gran voce una procedura per merito e prove, come quella prevista dal concorso ordinario bandito in epoca Azzolina; e Fi (con in testa il ministro Brunetta) o la Lega dall’altro, rappresentata su questi temi da Mario Pittoni, che spinge per procedure veloci per soli titoli che permettano di stabilizzare per lo meno i precari con tre anni di servizio.
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