Entro febbraio verranno banditi tre concorsi: si parte con un concorso straordinario per 24 mila posti con i vincitori che andranno in cattedra entro il 1° settembre, poi un concorso ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado e infine un concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria: lo ha annunciato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, parlando la mattina del 29 gennaio su Rai Radio 1.
“I concorsi verranno banditi dove ci sono posti e non aspiranti: al Sud le graduatorie sono piene, al Nord vuote; i concorsi vanno fatti dove c’è bisogno”, ha sottolineato la titolare del Miur.
I posti da assegnare deriveranno anche dai pensionamenti di “Quota 100”: l’anno scorso, ha ricordato Azzolina, “ha liberato dei posti e sto lavorando perché i 9.000 posti che non erano stati dati di ruolo possano essere dati subito”.
La responsabile del dicastero di Viale Trastevere ha detto che si sta operando per una maggiore programmazione delle assunzioni: “il ministero dell’Istruzione ha vissuto di emergenze”, ma “non è mai stata fatta una degna programmazione di quanti andavano in pensione, su quali classi di concorso, nè dove. Solo facendola si possano programmare concorsi biennali: non è normale avere un precario su cinque” cattedre.
“Non è Quota 100”, ha continuato Azzolina, ad aver portato problemi alla scuola: il problema del precariato “ce lo portiamo da anni. Semmai in Quota 100 ho visto uno strumento utile per fare in modo che una parte di prof magari più giovani possa entrare in aula”.
Poi la ministra ha ammesso che “l’emergenza del precariato certo non si risolverà a settembre. A me interessa che a settembre non ci siano dei buchi: il problema del precariato va risolto negli anni, lo si farà programmando e formando seriamente. Meritocrazia non è una parolaccia, significa dare un futuro migliore al Paese”.
A proposito del il problema della formazione, anche dei prof di ruolo, che la Buona Scuola di Renzi non ha risolto, Azzolina ha detto che “i docenti vanno assolutamente formati: la formazione deve essere obbligatoria”, ha detto rispondendo a Maddalena Gissi, leader della Cisl Scuola.
A proposito dei margini di iniziative degli istituti, la ministra ha ricordato che “le scuole sono già dotate di autonomia. Diversa è la questione del reclutamento: io non penso che gli insegnanti debbano essere reclutati dalle Regioni; sono dipendenti dello Stato e devono essere reclutati a livello nazionale”.
Azzolina ha quindi ricordato che “nel decreto scuola abbiamo pensato ad una norma che dà ragione della continuità didattica: è stato previsto che bisogna restare in quel posto almeno cinque anni. È stata una risposta che abbiamo dato a quelle Regioni che vivono delle emergenze”.
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