150 perquisizioni e sette docenti universitari arrestati in tutta Italia, con l’accusa di essersi spartiti cattedre universitarie e di aver truccato concorsi.
Tutto è nato dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento in Diritto tributario, a ‘ritirare’ la propria domanda, per favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, con la promessa che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.
È stata proprio la denuncia del ricercatore a far partire un’indagine a valanga che ha portato ad attivare le misure cautelari per sette docenti di diritto tributario: Guglielmo Fransoni, tributarista di uno studio fiorentino e professore a Lecce; Giuseppe Zizzo (Università Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese); Fabrizio Amatucci, professore a Napoli; Alessandro Giovannini (Università di Siena); Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino); Adriano Di Pietro (Università di Bologna); Valerio Ficari (professore a Sassari, supplente a Tor Vergata-Roma).
Tra gli indagati c’è anche l’ex ministro Augusto Fantozzi.
La Guardia di Finanza spiega come le indagini abbiano consentito di accertare “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario”, alcuni dei quali pubblici ufficiali poiché componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal Miur, finalizzati a rilasciare abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori”, per soddisfare “interessi personali, professionali o associativi”.
La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha fatto sapere di voler vedere la fine dell’inchiesta e ha anche anticipato che entro ottobre sarà introdotto un codice di comportamento sull’università sul quale il Miur sta già lavorando. “La bozza è pronta da luglio, ora è in consultazione e vogliamo concludere assolutamente entro ottobre”, ha spiegato precisando che i fatti che hanno dato spunto all’inchiesta Gdf si riferiscono a procedure di abilitazione relative al 2012/2013.