Il nuovo percorso per diventare insegnanti non piace a tutti, sia per le tempistiche troppo lunghe per conseguire l’immissione in ruolo, sia per la retribuzione prevista per il primo anno di lavoro.
“Si è mai visto un laureato vincitore di un concorso pubblico che guadagna il primo anno di lavoro 300 euro netti al mese? La risposta è ovvia”, scrive l’Anief.
“Sarebbe più corretto chiamarlo rimborso-spese, continua il sindacato, che verrà conferito ai quei nuovi insegnanti che tra un paio d’anni verranno selezionati con il nuovo concorso per diventare insegnanti, il cui bando è stato annunciato per il 2018: il nuovo modello è previsto dal decreto legislativo 377 della Legge 107/2015 su nuova formazione e reclutamento, approvato dal Governo e che a breve dovrebbe arrivare in Gazzetta Ufficiale, dopo la firma del Capo dello Stato”.
E’ stato lo stesso ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli a parlare nei giorni scorsi del compenso per i neo-assunti, specificando che sarà pari a 600 euro lordi per il primo anno, per poi aumentare “il secondo anno, puoi fare supplenze e integri, il terzo fai proprio la supplenza annuale”.
L’Anief parla di passo indietro, “perché non stiamo parlando necessariamente di giovani ex studenti universitari, ma anche di precari storici, che a 40-50 anni avranno la forza di rimettersi in discussione e vincere un’altra selezione. Come si fa a dire loro che il primo dovranno percepire 3.500 euro, ovvero lo stipendio che si assegna in poco più di un mese a un collega neo-assunto di un vero Paese moderno dove lo Stato non fa cassa sulla pelle dei precari?”
Ricordiamo, per fare nuovamente il punto della situazione, il nuovo “concorsone” pubblico prevede due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione.
Le docenti e i docenti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo.
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