In Sicilia, non è limitato alla scuola primaria e dell’infanzia il problema della mancanza di posti per assumere i vincitori di concorso.
Alla denuncia sul primo ciclo di qualche giorno fa della Tecnica della Scuola, ha fatto seguito, il 7 luglio, quella del quotidiano La Repubblica, che nell’edizione palerminana ha allargato il disagio anche alla scuola secondaria.
“Dopo una selezione durissima, che nella maggior parte dei casi ha fatto fuori più candidati del dovuto, arriva la frustrazione di non potere coronare il sogno della cattedra fissa”, scrive il quotidiano.
Se si è arrivati a questo, commenta ancora La Repubblica, è perchè “il ministero dell’Istruzione ha fatto male i suoi conti mettendo a bando più posti di quelli che poteva garantire”.
Il problema è, quindi, sicuramente da ricondurre ad un esagerato numero di posti messi a bando. Già in partenza, quindi, la loro assegnazione nel triennio successivo a vincitori e idonei sarebbe stata problematica.
Sullo studio analitico, da parte degli uffici di Viale Trastevere, qualcosa evidentemente era andato storto. Di sicuro, al Miur si era anche ecceduto con le proiezioni sui pensionamenti.
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Ma c’è dell’altro. Facciamo un passo indietro. Il bando di concorso è stato pubblicato nel febbraio 2016. A cambiare le “carte in tavola” sono stati i ritardi di allestimento delle commissioni e di realizzazione delle prove selettive. Inizialmente, infatti, la procedura doveva essere veloce. Tanto è vero che l’ex ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, aveva più volte preso l’impegno di immettere in ruolo i vincitori entro il 1° settembre 2016.
Saltando quelle assunzioni, è accaduto che una parte di quei posti, già pochi, sono stati evidentemente anche assegnati ai trasferimenti. E siccome lo scorso anno, come anche nel 2017, è stata concessa la deroga anche a migliaia di docenti assunti con la Legge 107/2015, viene da sé che tutti i posti riservati alla mobilità (forse anche qualcosa di più) si siano esauriti.
Non è da escludere, inoltre, che in alcune province, gli Ambiti territoriali abbiano dimenticato di mettere da parte i posti per le GM, e abbiano così assegnato le immissioni in ruolo del 2016 da GaE anche su quelle cattedre. Quest’anno, certamente, dovranno recuperare. Ma se, nel frattempo, le cattedre non ci sono più, si sono “volatizzate”, come si fa?
Certo, le responsabilità dei ritardi del concorso e delle collocazioni sui posti liberi, senza pensare o ignorando che fossero riservati ai vincitori del concorso, rimangono sempre sulle spalle del Miur. Il quale, su questa vicenda, aveva il dovere di muoversi con la massima cautela e seguendo una programmazione. Non è andata così. Ora, a pagare il conto sono i vincitori di concorso, che rimangono fermi al palo. E già minacciano di rivolgersi in tribunale.
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