Concorso a cattedra, partono i ricorsi al giudice del lavoro
Era inevitabile. Malgrado i recenti appelli lanciati dal ministro Carrozza perché non si scatenasse una “guerra” tra le diverse tipologie di aspiranti alle immissioni in ruolo (precari delle GaE, neo-abilitati con il Tfa, vincitori delle procedure concorsuali che portano direttamente al ruolo, non abilitati, ecc.), la mancata assunzione di una parte dei neo-vincitori del concorso a cattedre sta producendo non pochi malumori. Con tanto di ricorsi al giudice del lavoro. Che, tra l’altro, La Tecnica della Scuola che aveva ipotizzato prima ancora che si scatenesse tutto.
A scatenare le proteste di migliaia di danneggiati sono una sommatoria di fattori. Prima di tutto vi sono le riduzioni dei posti vacanti e disponibili: in alcune realtà nessuno maestro è stato assunto. Vale per tutti l’esempio della primaria del Molise: in 27 avevano passato positivamente le prove del concorso, ma nemmeno uno di loro è entrato in ruolo.
Un secondo fattore è quello da ricondurre ai ritardi della pubblicazione delle graduatorie: nel Lazio non è stato fatto in tempo a produrne nemmeno una; in Sicilia e Toscana solo una parte. In questi casi si “pescato” dalle vecchie graduatorie. Sempre se ancora in vita. In caso contrario, i posti sono stati assegnati tutti attraverso lo scorrimento delle GaE.
C’è poi una terza motivazione che ha portato dei “mal di pancia” nei docenti che speravano nel ruolo: quella delle graduatorie sbagliate. Sembra che non siano rari i casi in cui le commissioni, al fine di stringere i tempi, abbiano operato pensando troppo al risultato. Con la complicità, in qualche caso, anche degli Usr. Come in Calabria, dove i dirigenti ministeriali hanno pensato bene di pubblicare direttamente la lista definitiva dei vincitori del concorso a cattedra. Saltando a piè pari quella provvisoria. Con “coda”, inevitabile, all’insegna di esposti e ricorsi.
Secondo il quotidiano “la Repubblica”, sarebbero solamente 3.123 i neo-assunti. A fronte degli 11.542 posti banditi e che sarebbero dovuti andare a ruolo nel biennio. Considerando che, di questi, a detta del Miur (in occasione della pubblicazione del D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012) ben 7.351 sarebbero dovuti essere stati assunti entro lo scorso 31 agosto, il conteggio dei danneggiati è presto fatto: oltre 4.200. E anche per i restanti le prospettive sono poco rassicuranti. Soprattutto perché il prossimo anno (al massimo nel 2015), la loro posizione di vincitori decadrà. In contemporanea alla pubblicazione delle nuove liste di candidati risultati idonei al prossimo concorso a cattedra.
Era inevitabile, dicevamo, che questo genere di situazione scatenasse delle reazioni. Con alcuni sindacati che danno manforte ai danneggiati. L’Anief sostiene, a tal proposito, che “non è colpa dei vincitori del concorso se i posti messi a concorso dal ministero non sono più disponibili, anzi, i vincitori hanno maturato il diritto a un contratto a tempo indeterminato, di cui si chiederà la certificazione in tribunale, vista la conclusione delle operazioni di nomina a t. i. e i ritardi nella pubblicazione delle altre graduatorie definitive”. La parte che l’Anief contesta (contenuta nell’art. 13 del D.D.G. n. 82) è la seguente: “Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale competente approva la predetta graduatoria e con proprio decreto individua i vincitori parti al numero dei posti messi a concorso, dandone massima pubblicità”. Il sindacato guidato da Marcello Pacifico, quindi, farà partire “un’azione giudiziaria, individuale”, con il fine dichiarato di ridare anche “serietà a una prova concorsuale e ripristinare un diritto altrimenti leso, visti i continui tagli, le riconversioni professionali, i mancati pensionamenti”. Anche la Flc-Cgil si lamenta. E chiede di “avviare al più presto il confronto sul reclutamento e la formazione iniziale degli insegnanti per dare risposta a tutte le legittime aspettative dei lavoratori precari della scuola”. Per garantire il completamento delle assunzioni dal concorso, ma anche dalle graduatorie da esaurimento, il sindacato guidato da Pantaleo reputa “necessario definire un nuovo piano triennale che parta anche dalla stabilizzazione in organico di diritto dei posti di organico di fatto, in particolare per il sostegno”.