Concorso a cattedra, per passare le preselezioni bastava prendere 30/50
La prova preselettiva non è volta a saggiare le conoscenze dei candidati, avendo come fine quello di sfoltire la platea degli stessi. E quindi il punteggio conseguito non si può elevare oltre la sufficienza. Con questa motivazione, la III sezione bis del Tar del Lazio, presieduta da Massimo Luciano Calveri, ha accolto i ricorsi proposti da 72 aspiranti docenti per contestare il decreto di indizione del concorso emanato dal ministero dell’Istruzione il 24 settembre 2012.
L’esito del ricorso annulla quindi il bando per il reclutamento del personale docente delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria, nella parte in cui ha stabilito l’ammissione alla prova scritta solo dei candidati che hanno conseguito un punteggio non inferiore a 35/50. I ricorrenti erano tutte persone che hanno partecipato alle prove preselettive del concorso, superate con un punteggio superiore o uguale ai 30/50. Impugnavano l’esito del concorso, deducendo l’illegittimità della norma del bando che prevede il superamento della prova con un punteggio minimo di 35/50.
Il Tar ha accolto i ricorsi, condividendo le censure proposte “proprio alla luce dell’osservazione – si legge nelle sentenze – che la prova preselettive non è volta a saggiare le conoscenze dei candidati, avendo come fine quello di sfoltire la platea degli stessi”.
Proprio per questo “ben diversa sarebbe dovuta essere la modalità di valutazione dei test – scrivono i giudici – potendo limitarsi l’Amministrazione a stabilire una soglia minima di quesiti superati al fine di ammettere i candidati che si fossero avvicinati o avessero superato detta soglia, come peraltro viene effettuato in molte procedure concorsuali, dove essa non concorre a formare il punteggio finale del candidato”. L’effetto è l’annullamento della parte del bando che ha previsto una soglia alta per il superamento delle prove preselettive, nonché nella parte in cui non include i ricorrenti.
“Ancora una volta avevamo ragione – commenta l’Anief – : la nostra denuncia si è dimostrata fondata. Queste prime sentenze riguardano due ricorsi seguiti da privati e, di fatto, aprono la strada agli altri undici ricorsi (per un totale di oltre 6.500 ricorrenti) patrocinati dal nostro avvocato Irene Lo Bue che saranno discussi il prossimo 3 aprile 2014”.
Per Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e segretario organizzativo Confedir, “si tratta dell’ennesima conferma della tutela giudiziaria che il nostro impianto costituzionale riserva ai cittadini contro bandi di concorso scritti male e ingiusti. Sempre nei prossimi mesi saranno discussi in udienza pubblica gli altri ricorsi del sindacato, già vittoriosi in sede cautelare, contro gli altri punti del bando di concorso censurati”. Si tratta di tanti, tantissimi, ricorrenti. E se anche a loro i giudici amministrativi dovessero dare ragione, l’esito dell’ultimo concorso a cattedra andrà incontro ad un bel po’ di stravolgimenti.