Home Attualità Concorso a cattedre 2020: troppi errori nei quesiti, c’è rischio di annullamento

Concorso a cattedre 2020: troppi errori nei quesiti, c’è rischio di annullamento

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Continua il contenzioso sul concorso a cattedre del 2020: ne parla in questi giorni il professore Massimo Arcangeli, linguista e docente presso l’Università di Cagliari, che ricorda che a distanza di anni il Ministero non ancora provveduto a sanare le irregolarità dovute a tre errori gravi contenuti in altrettanti quesiti della prova concorsuale.

Uno di questi errori è clamoroso perché riguarda la definizione di intelligenza secondo il noto psicologo Howard Gardner: infatti nessuna delle 4 risposte proposte era corretta ed era intervenuto Gardner in persona per dire che il quesito era palesemente sbagliato.
Su altri due quesiti (uno su Petrarca e un altro sulla congiunzione “ebbene”) si erano espressi numerosi esperti a sostegno di docenti che avevano fatto ricorso al Tar.

Arcangeli, che fin dall’inizio aveva seguito la vicenda sostenendo i docenti ricorrenti e mettendo insieme un ampio e documentato dossier, ricorda che non più tardi di un anno fa la sottosegretaria Paola Frassinetti si era espressa chiaramente sulla questione: “Rettificheremo nelle prossime settimane i quesiti errati che sono stati segnalati nel dossier che mi è stato inviato”.
La sottosegretaria aveva garantito che il dossier sarebbe stato accuratamente esaminato; Frassinetti aveva anche aggiunto: “Chi è stato ingiustamente escluso dagli orali potrà veder ritoccato il punteggio”.

In realtà, a distanza di tempo, il problema non è stato affatto risolto nonostante le diverse sentenze del TAR favorevoli ai docenti.
Arcangeli si esprime senza mezzi termini: “Parliamo del peggior concorso scolastico dell’Italia repubblicana, pensato per eliminare il maggior numero possibile di concorrenti beffati da una selezione di quiz a risposta multipla raffazzonata e iniqua, oltreché ipernozionistica, stracolma di errori e offensiva del merito”.

Arcangeli avverte il Ministero: se non si interverrà per correggere almeno gli errori più clamorosi ed evidenti, a tanti docenti non resterà altra strada se non quella di chiedere ala giustizia amministrativa di procedere all’annullamento delle prove.
Con le conseguenze facilmente immaginabili.