Si apre una nuova fonte di guadagno per gli studi legali e uno spiraglio di speranza per coloro che sono stati esclusi al Concorso a dirigente scolastico, dopo le prove preselettive del luglio scorso.
Difficile dire a chi giovi di più, se ai legali o ai non ammessi, di sicuro però si può dire che non c’è stato concorso pubblico nella scuola, al termine del quale non si sia aperta una grande stagione di contenziosi e di ricorsi.
E di sicuro si può anche dire che l’unico esito favorevole è stato sempre a beneficio degli studi legali, che mai hanno perso di guadagnare soldi, tanti soldi, considerato il numero di coloro che vi hanno aderito.
Da qualche giorno infatti alcuni studi legali stanno facendo sapere che sono pronti a supportare i non ammessi alla prove concorsuali per dirigente, a seguito della bocciatura della preselettiva del luglio scorso.
I requisiti (come si vede anche nel caso dei ricorsi ci vogliono i requisiti), secondo tali legali, per armare le cause contro il Ministro sarebbero di avere conseguito il punteggio di almeno 60 punti o che non abbiano “potuto svolgere regolarmente la prova preselettiva, per malfunzionamenti e/o impedimenti, anche se hanno ottenuto un punteggio inferiore a 60 punti”.
I costi, per aderirvi, non sono eccessivi, ma se si calcola il possibile bacino di ricorrenti, è facile prevedere numeri di guadagno molto alti.
Ma è altrettanto facile prevedere un sotterraneo malumore da parte dei già ammessi al corso-concorso a dirigete, i quali, qualora la causa dovesse ottenere parere favorevole da parte della giustizia amministrativa, si troverebbero a competere con un numero maggiore di concorrenti.
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