Lo stesso Tar ha ritenuto che, ad un sommario esame, i motivi di censura dedotti in ricorso non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso.
Il Collegio non ha ritenenuto che sussistano motivi per discostarsi dai precedenti cautelari già intervenuti in ordine alla medesima procedura concorsuale per cui è causa (cfr. ordinanza n. 129/2013 e ordinanza n.127/2013 entrambe del 19 febbraio 2013). Inoltre il Tar Sicilia dice testualmente “non venendo in specie in rilievo profili di doglianza sostanzialmente differenti da quelli sui quali la Sezione si è già espressa; né può accedersi, per quanto ancora dibattuto tra le parti alla presente adunanza camerale, alle prospettazioni dei ricorrenti in ordine:
a) al profilo (ulteriore) inerente le modalità di sostituzione del Presidente della Commissione (stante che, come controdedotto puntualmente dall’Avvocatura erariale nella stessa sede, le dimissioni del Presidente di un organo collegiale – ferma restando la temporanea sostituzione da parte del Presidente supplente – implicano la necessità di avviare il sub procedimento per la sostituzione del dimissionario);
b) alla procedura seguita per la sostituzione degli ulteriori dimissionari, stante che -dopo l’avvenuta nomina della commissione originaria e il lasso di tempo intercoso – correttamente l’Amministrazione – anche ai fini di economia procedimentale- ha ritenuto di verificare la disponibilità all’assunzione dell’incarico di componente della commissione d’esame del concorso in questione“.
A leggere con attenzione tra le righe dell’ordinanza sembra aperto uno spiraglio all’appello. A tal proposito nei prossimi giorni i ricorrenti prenderanno la decisione se continuare o meno sulla strada del ricorso.
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