A che punto è il famoso, e famigerato, concorso per 1.500 posti di dirigente scolastico? Di sicuro col nuovo anno scolastico ai loro posti ci saranno ancora i vecchi presidi e nei posti vacanti ci saranno ancora reggenze, circa 1.300, tra vecchie e nuove. Un breve calcolo per capire che quasi 2600 scuole avranno un preside condiviso: un piede in una scuola e l’altro in un’altra, mentre l’efficienza, la didattica, l’organizzazione va per i fatti suoi, mentre ancora c’è qualche politico, sopra qualche poltrona del Miur, che si staccia le vesti denunciando che l’istruzione è una cosa seria e l’approssimazione dannosa.
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Con ogni probabilità le cause di questo inspiegabile ritardo nel bandire un concorso atteso e non più procrastinabile, sarebbero legate più che ai dissidi tra il ministero delle finanze e della funzione pubblica, alla modalità della procedura concorsuale, in funzione dei criteri di valutazione del corso di formazione e del tirocinio. In ogni caso i ricorsi partiranno sempre, come siamo stati abituati ad assistere ogni volta, come è prassi nella formulazione dei bandi e come sono certi gli studi legali e quelle organizzazioni che gongolano al pensiero di affilare già le carte bollate
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