Non sarà indolore la decisione del Consiglio di Stato di rinviare alla Consulta l’ultima parola sul concorso straordinario per i docenti precari delle scuole medie e superiori, introdotto con la Legge 107/15. La pensa così l’ex ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, oggi senatrice del Pd, secondo la quale il parere della Corte Costituzionale “potrebbe essere una complicazione” per il nuovo reclutamento previsto dalla riforma Buona Scuola.
“Dipende molto cosa risponderà la Corte costituzionale – dice la Fedeli all’Ansa -, preoccupa l’eventuale risposta e non si sa in che tempi ci sarà una decisione. Forse la Consulta ammetterà alcune tipologie di percorsi formativi o potrebbe considerare il concorso straordinario troppo facilitante e leggero e potrebbe annullarlo. Inoltre potrebbe complicarsi ancor più anche il percorso per le diplomate magistrali”.
Di sicuro, con la presa di posizione del Consiglio di Stato “i tempi vengono dilatati: si rimane senza certezza in un settore centrale e questo non è buono né per i docenti né per la famiglie: e questo mi preoccupa”.
Oggi più che mai, ha aggiunto Fedeli, “serve un nuovo reclutamento dei docenti a cui il nostro governo aveva dato vita nelle otto deleghe della legge sulla Buona scuola che sono fortunatamente diventate decreto legislativo. Io credo che il nuovo governo sbagli a voler accorciare il percorso di formazione dei docenti: a maggior preparazione professionale specifica, corrisponde maggiore riconoscimento sociale e maggiore retribuzione” per il mondo della scuola.
Sempre per l’ex ministra, la decisione presa dal governo M5S-Lega di ridurre il Fit sarebbe quindi errata: “è come dire che va bene una preparazione minore. Mentre quella dell’insegnante – continua Fedeli – è una delle professionalità più complesse”.
Per tali motivi, dice ancora, “ci vuole la responsabilità politica sul come si scrivono le leggi: dobbiamo sempre più essere chiari e conoscere l’impatto della nuova legislazione sulla situazione preesistente”.
La democratica, infine, torna sulla decisione del Pd di stoppare le supplenze annuali per i precari che avrebbero raggiunto i tre anni anche non continuativi di servizio nella scuola. Il nuovo esecutivo, con il decreto dignità ha di fatto cancellato quel termine. “In tal modo – commenta la Fedeli – si aumenta il precariato e viene fatta una operazione contro le sentenze italiane ed europee. Per le supplenze, un conto è la fisiologia, un conto la patologia, che noi volevamo superare. Anche per questo avevamo riattivato i concorsi”.
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