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Concorso del FAI, l’esperienza dell’IISS “Sciascia e Bufalino” di Erice – INTERVISTA

Sono oltre tremila gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che hanno partecipato quest’anno al Concorso organizzato dal settore Scuola Educazione del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – dal titolo “Agri-cultura: costruiamo l’Atlante dei paesaggi rurali italiani”.

Il concorso, arrivato alla fase finale, si propone – come si legge sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito – come un’attività didattica interdisciplinare finalizzata alla scoperta e alla valorizzazione del territorio e parte da una riflessione sull’Agricoltura, intesa non solo come una pratica, ma come un campo larghissimo di saperi che intrecciano diverse discipline, tra passato e presente. È pertanto una materia fondamentale per contribuire all’educazione, alla coscienza civica e ambientale dei cittadini, fruitori e costruttori del paesaggio rurale di oggi e domani.

Durante la prima fase eliminatoria, alle squadre di studenti partecipanti è stato chiesto di scattare una foto del paesaggio rurale che sarebbe stato oggetto del loro lavoro e di pubblicarla su un sito dedicato del FAI, corredata da una didascalia di massimo 1000 caratteri che spiegasse sinteticamente il motivo della scelta del luogo in relazione ai focus richiesti nella seconda fase: tradizioni agrarie, colture caratterizzanti e prodotti tipici.

Le 400 squadre selezionate per la fase finale avrebbero poi dovuto presentare ciascuna una propria riflessione originale sui contenuti richiesti componendo una scheda descrittiva riguardante il paesaggio rurale considerato, presentata attraverso una serie di slide o un breve video di pochi minuti.

Tra le tante scuole italiane partecipanti c’è anche l’IISS “Sciascia e Bufalino” di Erice, affascinante borgo medievale siciliano in provincia di Trapani. L’istituto è composto da un indirizzo Tecnico Turistico e da un indirizzo Professionale per le varie professioni sanitarie. Delle sue quattordici squadre partecipanti, nove hanno superato la prima fase eliminatoria.

Abbiamo contattato la professoressa Antonina Maiorana, docente di Arte e Territorio e referente del progetto, che ci ha spiegato le ragioni della partecipazione dell’Istituto “Sciascia e Bufalino” al concorso del FAI : non è la prima volta – racconta la professoressa – che partecipiamo ai concorsi indetti dal FAI Scuola. Negli anni passati abbiamo avuto l’onore di raggiungere per ben due volte le fasi nazionali, partecipando alle premiazioni a Milano. Coinvolgere i ragazzi in questi progetti/concorsi è importante perché permette loro non solo di osservare, ma anche di conoscere e salvaguardare il patrimonio culturale.

Come hanno accolto i ragazzi e le ragazze questa proposta?

Gli alunni delle classi terze e quarte del Tecnico Turismo hanno accolto con entusiasmo la partecipazione al concorso “Agri-cultura – Impariamo dalla terra a curare il paesaggio”. Il progetto li ha portati a osservare con occhi diversi il loro territorio, che è a vocazione agricola. La prospettiva di esplorare il legame tra agricoltura e paesaggio ha suscitato interesse e motivazione. Vedono questa opportunità non solo come un’occasione per approfondire le loro conoscenze sul territorio, ma anche per acquisire competenze pratiche legate alla cura e alla valorizzazione del paesaggio.

Cosa hanno realizzato nel dettaglio?

Intanto, hanno avviato una riflessione sul Paesaggio rurale italiano. Nella prima fase, gli studenti hanno scelto un paesaggio rurale da fotografare, creando una didascalia che lo raccontasse. Di queste 14 foto, nove hanno superato la prima fase e una ha ricevuto una menzione speciale. Successivamente, i vari gruppi hanno elaborato il prodotto finale analizzando il territorio fotografato seguendo le indicazioni del bando. Molti ragazzi hanno optato per presentazioni in PowerPoint, mentre un gruppo ha realizzato un video.

Che bilancio crede di potere trarre da questa esperienza?

Il bilancio di questa esperienza è positivo sotto diversi aspetti. Innanzitutto, ha permesso ai ragazzi di aprire gli occhi su ciò che quotidianamente hanno intorno ma spesso trascurano: il paesaggio rurale. Inoltre, l’esperienza ha offerto loro l’opportunità di conoscere non solo le tecniche agrarie tradizionali, ma anche quelle innovative, sostenibili e rispettose dell’ambiente.

I ragazzi ne escono, dunque, arricchiti?

Sì, tutti ne escono arricchiti. Questa esperienza ha offerto loro un’opportunità unica di apprendimento pratico e coinvolgente, consentendo l’esplorazione e la profonda comprensione del legame tra agricoltura, territorio e cultura. Attraverso l’osservazione diretta, la ricerca e la collaborazione con esperti del settore, i ragazzi hanno potuto arricchire le proprie conoscenze su tematiche legate alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla conservazione del territorio.

Alla fine di maggio, la proclamazione dei vincitori sul sito del FAI.

Gabriele Ferrante

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