Mentre cresce l’attesa per conoscere le date delle prove scritte del concorso che dovrà servire a selezionare i 2.386 docenti da “promuovere” a dirigenti scolastici, si moltiplicano gli annunci di ricorsi, controricorsi e iniziative di vario genere.
Fare un elenco dei sindacati e delle associazioni che già hanno annunciato il proprio sostegno a chi intende rivolgersi al TAR o alla magistratura è sostanzialmente impossibile. Forse è più facile parlare di chi invece ritiene che la strada dei ricorsi non solo sia inutile ma addirittura controproducente.
L’Anp, per esempio, non sta simpatizzando per la strada giudiziaria che potrebbe far allungare a dismisura i tempi del concorso, con il rischio che a settembre 2012 i posti privi di dirigenti scolastici continuino ad aumentare con gravi ripercussioni sul regolare funzionamento delle scuole.
E così, in questo clima di confusione generale, c’è anche chi ripropone la vecchia idea del dirigente scolastico eletto dal collegio dei docenti, idea peraltro riproposta in un disegno di legge presentata un paio di anni fa da alcuni parlamentari dell’Italia dei Valori su sollecitazione dell’Unicobas.
Ma molti dei 9mila concorrenti che hanno superato la prova di pre-selezione non ci stanno e già pensano di mettere in piedi un comitato a difesa di chi – dicono- ha studiato e impegnato tempo ed energie fisiche e mentali per ottenere un buon risultato.
“Per rispondere esattamente ai test – ribattono molti esclusi – bastava aver memorizzato le risposte esatte, cosa che non ha niente a che vedere con le qualità e le competenze che deve possedere un futuro dirigente scolastico”.
Il Ministero, per parte sua, sembra non avere nessuna intenzione di aprire alla strada dei ricorsi e continua ad andare avanti secondo il programma già definito: prima di Natale, ha annunciato Maria Stella Gelmini, le prove scritte si svolgeranno in tutte le regioni.
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