La notizia non può passare inosservata e deve essere segnalata perché mentre a tutt’oggi in una regione, la Sicilia – mai come questa volta… isola, anche se scolasticamente parlando – gli aspiranti aventi diritto alla partecipazione al concorso debbono svolgere ancora le prove scritte (il 25 e 26 gennaio), in altre si avviano già quelle orali confermando, ancora una volta, quanto più volte è stato lamentato ed evidenziato: la frammentazione dell’amministrazione scolastica con il rischio di fare cadere sul concorso, non solo psicologicamente, ma anche giuridicamente, l’ombra delle disuguaglianze delle opportunità con conseguente lesione di diritti a danno di alcuni candidati penalizzati per essersi trovati in una regione anziché in un’altra. Tant’è!
Bisogna, allora, dare atto dell’impegno posto dagli uffici scolastici regionali ed anche dalle commissioni giudicatrici delle regioni che hanno avviato la terza fase del concorso e fatto sì che l’iter non si areni nelle secche del burocratismo, da tutti condannato a parole, ma da tanti altri fortemente alimentato nei fatti.
Inizierà l’Umbria in cui primi candidati ammessi – in tutto 53 – saranno chiamati il 24 gennaio, per finire il 22 febbraio, davanti alla Commissione giudicatrice presieduta dal Prof. Gianfranco Rosati, dell’Università di Perugia.
Seguiranno i 128 candidati dell’Emilia Romagna che inizieranno il 6 febbraio per completare il 31 marzo davanti alla Commissione giudicatrice presieduta dal Prof. Maria Teresa Moscato, dell’Università di Bologna.
Questa prima tornata si concluderà con il Piemonte dove i primi candidati ammessi a sedersi davanti alla commissione giudicatrice, presieduta dal Prof. Giorgio Chiosso, dell’Università di Torino, sono stati convocati per il 22 febbraio, per finire il 16 marzo.
Una curiosità: le commissioni giudicatrici delle tre regioni più solerti sono tutti docenti universitari di ruolo in discipline pedagogiche.