Pubblichiamo la seguente lettera che una gentile lettrice indirizza al vicedirettore della testata in relazione ad un recente articolo sul tema del concorso per dirigenti scolastici.
Egregio dott Palermo,
in un recentissimo articolo Lei si esprime sulle nomine in fieri dei dirigenti scolastici del concorso 2017, evidenziando come la nomina a carattere nazionale, prevista dal bando , denoti l’assenza di buon senso nella gestione degli affari scolastici.
E’ logica deduzione, posto quanto afferma , che suggerirebbe di bypassare l’incarico triennale e giungere ad una mobilità interregionale per i DS nominati nel 2019/20 che preceda l’eventuale nomina di coloro che dovrebbero avere accesso al ruolo di Dirigenti per il 2020/21.
Ma così operando saltano non solo le norme del concorso , anche le ragioni della sospensiva, oltre che il d.lgs 165/2001 che prevedere incarichi triennali in linea con la triennalita’ del PTOF, non Le pare ?
Il bando del Concorso 2017 era ed e’ nazionale, i dirigenti che saranno nominati a breve erano ben consci di dover partire, sul concorso pesa una sentenza di annullamento del Tar Lazio , il 17 ottobre prossimo il CdS dovrà emettere sentenza di merito sull’annullamento, il Miur ha ottenuto la sospensiva per questioni di interesse pubblico … tutto questo Le pare poco ?
In questa situazione il buon senso sarebbe stato altro , mentre un‘ operazione di mobilità anticipata che Lei ritiene di buon senso produrrebbe solo un altro migliaio di ricorsi .
Ci rifletta serenamente, il Miur ha ottenuto la sospensiva perché, attraverso i DS che accetteranno incarico a giorni , deve poter garantire il buon funzionamento delle scuole, sopratutto al Nord, dove c’e il maggior numero di scuole senza Dirigente e in reggenza da anni .
Orbene potrebbe mai trasformare i DS salvifici in DS ballerini ?Anche noi siamo gente di scuola e ben conosciamo le dinamiche che vengono a crearsi in fase di attribuzione di sede tra un anno e l’altro (le nomine si effettuano sulle disponibilità annuali delle sedi e pertanto possono generare situazioni differenziate tra un’annata e un’altra, un po’ come il vino) ben comprendiamo che potrebbe crearsi la situazione che con il prossimo anno coloro che si trovano in graduatoria in posizione più bassa , in virtù dei pensionamenti , potrebbero ottenere anche una regione più vicina …. ma questo nella scuola pubblica e’ storia da sempre accaduta. Questa nostra risposta però desidera essere interlocutoria , e partendo dunque sempre da quel buon senso che nelle questioni spinose dovrebbe sempre essere la “formula che mondi possa aprirci “ vorrei chiederLe … come mai nessuno ha fatto presente ciò in fase di stesura del bando nazionale ? E perché nessuno si sofferma a valutare il clima delle scuole a seguito di un concorso di cui Lei ben conosce tutti gli aspetti oscuri ?
Alla luce di quel buon senso che tutti ci auguriamo torni ad albergare nella scuola pubblica, e con tutto quel che bolle nel pentolone del concorso DS 2017 Lei , uomo di esperienza e di scuola, non ritiene che la graduatoria pubblicata senza alcuna specifica dei punteggi sia un atto amministrativamente poco trasparente e mi spingo a dire politicamente poco opportuno ?
Questa la precisazione del vicedirettore R. Palermo
Gentile lettrice
con il mio articolo non intendevo affatto formulare valutazioni sulla complessa vicenda del ricorso in atto sul concorso, ricorso sul quale si dovrà esprimere la giustizia amministrativa.
Mi sono invece limitato a segnalare un problema che potrebbe presentarsi nel settembre 2020.
Ho accennato alla possibilità di rivedere la regola del vincolo triennale anche se, per la verità, per il momento non mi pare che vi siano “proteste” dei diretti interessati che, ovviamente, sono consapevoli di quanto prevede il bando di concorso.
Vorrei comunque rassicurare la lettrice che né io né la nostra testata abbiamo motivo per sostenere le ragioni di questo o di quel gruppo di neo dirigenti o di candidati: questo è compito delle organizzazioni sindacali, delle associazioni, dei comitati o, eventualmente, degli studi legali.
Per parte nostra, come sempre, ci limitiamo a descrivere i fatti.
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