“Apprendo dall’ Associazione Libera Scuola che il Tar Lazio ha condannato in data odierna il Ministero dell’Istruzione a concedere l’accesso agli atti, prima negato, alle prove scritte del tribolato concorso da dirigente scolastico del 2017. Finalmente gli oltre 3000 insegnanti che aspirano a diventare dirigenti scolastici, ricorrenti nel contenzioso sul concorso, lo stesso al quale ha partecipato Lucia Azzolina, potranno avere accesso alle prove scritte di tutti i ricorrenti, compresa quella dell’attuale Ministro dell’Istruzione”: lo scrive il deputato della Lega Rossano Sasso in un comunicato di queste ore.
“Ricordo – aggiunge Sasso – che questo contenzioso è nato in seguito alle numerose irregolarità riscontrate dal Tar Lazio durante le prove del Concorso, con i 3000 insegnanti che sono stati bocciati proprio alla prova scritta, dopo che gli stessi avevano richiesto l’accesso agli atti scritti. Accesso negato però dal Ministero guidato da Azzolina. Con la sentenza odierna, finalmente tutti potranno vedere le prove dei colleghi ‘promossi’, compresi quelle del Ministro, e confrontarle con le proprie, che hanno causato la bocciatura”.
“In attesa che il Consiglio di Stato, a giorni, confermi o meno in un altro giudizio quanto già sentenziato dal Tar, ovvero l’irregolarità o meno del concorso – prosegue Sasso – da domani finalmente potremo tutti vedere ed apprezzare la bravura con cui il Ministro Azzolina ha superato la famigerata prova scritta del concorso da dirigente scolastico, mentre era già parlamentare della commissione istruzione”.
La conclusione del deputato leghista è pressoché scontata e ricalca quella già espressa in altre circostanze dal senatore della Lega Mario Pittoni: “È chiaro che se anche il Consiglio di Stato dovesse confermare l’irregolarità del concorso, il Ministro Azzolina non potrebbe mai trovare una soluzione politica ad un contenzioso in cui essa stessa è parte molto, molto interessata. In altre parole si dovrebbe dimettere all’istante”.
Per completezza di informazione è bene ricordare che – allo stato attuale – la partecipazione ai concorsi pubblici è consentita a tutti i cittadini italiani (con alcune limitazioni legate alla posizione nei confronti della giustizia in quanto talune condanne escludono tale possibilità).
Per il momento anche i parlamentari della Repubblica possono partecipare ad un concorso pubblico. Ovviamente queste sono le regole attuali ma non è da escludere a priori che esse – Corte Costituzionale permettendo – possano essere modificate in modo da evitare qualsiasi ipotesi di “conflitto di interesse”.
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