“Il concorso per dirigenti scolastici deve essere bandito in fretta, altrimenti i vincitori rischiano di non essere assunti per l’inizio del prossimo anno scolastico”.
“Considerando che ogni anno lasciano il servizio 600-700 presidi, che gli ultimi 200 idonei dell’ultimo concorso sono stati tutti immessi in ruolo pochi giorni e che oggi abbiamo circa 1.250 posti vacanti, se si va per le lunghe, c’è il rischio concreto di ritrovarsi tra un anno con 2mila istituti senza il capo d’Istituto titolare. Ma non possiamo andare avanti con presidi che passano il giorno a divedersi e a sfiancarsi per coprire anche 21 sedi scolastiche”.
Lo ha detto il nostro direttore Alessandro Giuliani, in diretta a Radio Cusano Campus, nel corso della trasmissione “Open day” del 26 settembre.
“Il Miur ha promesso l’uscita del bando in autunno e l’avvio della selezione per l’inizio del 2017, anche perché l’iter di approvazione è pressoché completato – ha continuato -: sarebbe bene rispettare questa tempistica, senza ulteriori slittamenti. Altrimenti, è davvero probabile che le operazioni non potranno terminare per l’estate prossima, compromettendo l’immissione in ruolo dei candidati risultati idonei entro la data massima del 31 agosto 2017”.
“Dando seguito a quanto previsto dalla Legge 107 – ha detto ancora il direttore della Tecnica dalla Scuola -, il concorso si svolgerà su tutti i posti vacanti e disponibili: prevede delle prove non più regionali, quelle che in occasione dell’ultima tornata crearono diversi problemi di discrezionalità e conseguenti ricorsi, ma stavolta saranno decise direttamente da Viale Trastevere. Inoltre, potranno accedervi anche i neo-immessi in ruolo, a patto che abbiano maturato almeno cinque anni complessivi di servizio, quindi anche da precari”.
Durante la trasmissione, si è parlato pure di legge delega sulla valutazione degli alunni e di riforma della maturità: per Giuliani “la trasformazione dei giudizi si sta sempre più avvicinando ai parametri europei, ma anche alla necessità di trattenere e non perdere i giovani in difficoltà o appartenenti a contesti sociali difficili”.
Per quanto riguarda i nuovi Esami di Stato, invece, “sarebbe bene che una componente esterna, seppure ridotta rispetto ad oggi, rimanga in vita, perché fa sempre da stimolo positivo agli studenti che affrontano le prove conclusive del secondo ciclo”.
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