Il ministero dell’Istruzione minimizza, ma il concorso per 2.386 nuovi dirigenti si sta giorno dopo giorno trasformando in un caso politico nazionale: alla notizia dell’imminente esclusione di 3.500 candidati per aver presentato la domanda oltre i termini consentiti, nelle ultime ore stava prendendo corpo l’ipotesi di un rinvio di due settimane della prova preselettiva. Ma con un secco comunicato il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che la data del 12 ottobre rimane confermata.
La decisione di mantenere a tutti i costi la data iniziale, che sembra abbia avuto tra i suoi maggiori sostenitori l’on. Valentina Aprea (Pdl), presidente dalla Commissione Cultura alla Camera, non cancella però le tante perplessità già evidenziate da alcune associazioni dei dirigenti. Anche perché a seguito della miriade di segnalazioni giunte a viale Trastevere nel mese di settembre, gli esperti incaricati di verificarne la consistenza avrebbero appurato che i quesiti su cui occorrerebbe fare delle precisazioni sono molti di più di quanto era emerso sinora: fonti vicine al Ministero fanno sapere che i quesiti “viziati” da errori sarebbero addirittura quasi un migliaio.
Così, se l’indiscrezione fosse confermata, se gli errori o i refusi fossero veramente vicini al 20 per cento rispetto al totale di 5.650 quiz, si andrebbe ben oltre i refusi “fisiologici” indicati dal ministro Gelmini. Intanto, la conferma del 12 ottobre non farà sicuramente piacere ad opposizione politica, con in testa il Pd, associazioni, sindacati e non pochi candidati, che hanno già masticato amaro per il mancato ampliamento del tempo a disposizione per rispondere ai quesiti a risposta multipla (4 item): è infatti la prima volta che in un esame preparato dal Formez con in palio posti da dirigenti dello Stato, si costringono i candidati a leggere le 100 domande prescelte (tramite sorteggio svolto poche ore prima della prova) all’interno di un librone che ne contiene quasi 6.000.
Da più parti era stato fatto notare che l’operazione farà perdere secondi preziosi, che moltiplicati per 100 volte diventeranno minuti. Creando, in tal modo, una discrepanza rispetto a coloro che hanno svolto prove analoghe ritrovandosi però le domande già selezionate e stampate sul foglio d’esame. Anche in questo caso, la commissione ha deciso che non si può cambiare la tempistica: per farlo occorrerebbe modificare il bando di concorso, necessariamente attraverso una rettifica da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale. Un’eventualità che comporterebbe un allungamento eccessivo dei tempi già ristretti per l’iter del concorso. Un scelta che presterà il fianco all’azione giudiziaria del sempre più folto popolo dei ricorrenti.
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