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Concorso dirigenti in Sicilia: tutto da rifare

E’ stata resa nota in via ufficiale in queste ore la sentenza del 15 ottobre scorso con cui il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia si è pronunciato sulla vicenda del concorso a dirigente scolastico indetto nell’anno 2004.
Il dispositivo è a dir poco “dirompente”, come il Consiglio stesso ammette: l’intera procedura concorsuale deve essere annullata e l’Ufficio Scolastico Regionale dovrà provvedere in tal senso, entro 60 giorni al massimo. In caso contrario verrà nominato un commissario ad acta per l’esecuzione delle sentenza.
A meno che, nel frattempo, non entri in vigore la legge di conversione del decreto 134 (il cosiddetto “salva-precari”) nel quale, molto “opportunamente”, è stato inserito un emendamento che prevede che l’annullamento di atti connessi con le procedure concorsuali posti di dirigente scolastico non possa incidere sulle posizioni giuridiche acquisite dai candidati vincitori di concorso. In altre parole l’emendamento prevede che le immissioni in ruolo già effettuate nono potranno subire modifiche mentre gli eventuali ricorrenti potranno essere nominati a partire dal prossimo anno scolastico.
Tutta la questione nasce dal fatto che due partecipanti al concorso avevano presentato ricorso segnalando tra l’altro il fatto che la commissione aveva lavorato con tempi record (due minuti e mezzo in media per ciascun elaborato da correggere) e quasi mai al completo (il presidente doveva “dividersi” fra le due sottocommissioni). 
L’Usr aveva successivamente consentito alle due ricorrenti di ripetere le prove ma il Consiglio di giustizia ha ritenuto che tale soluzione non possa garantire l’anonimato della prova.
La soluzione sembra dunque una sola: ripetere le prove concorsuali per tutti quanti. 
Lo stesso Consiglio si rende conto che questa soluzione ha un effetto dirompente, ma commenta: “effetto dirompente, del quale l’Amministrazione ha inteso correre il rischio, non potendo non essere consapevole della puntualità della censura, e degli effetti riflessi che sarebbero derivati ove il provvedimento fosse stato annullato”.

Reginaldo Palermo

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