La vicenda del concorso per il reclutamento di 2.900 dirigenti scolastici è destinata a complicarsi giorno dopo giorno.
La notizia, da noi anticipata nella tarda serata di martedì 4 giugno, è stata confermata nella giornata successiva da numerose testate nazionali: il TAR Lazio ha annunciato che il prossimo 2 luglio ci sarà la sentenza di merito relativa al ricorso con cui sono state evidenziate numerose irregolarità nello svolgimento del concorso.
Ma nelle ultime ore è rimbalzata in rete una notizia diffusa dall’Espresso e da Repubblica: la Procura della Repubblica di Roma avrebbe aperto un fascicolo per accertare se davvero, oltre a irregolarità di carattere procedurale, vi siano anche fatti di rilevanza penale.
Che l’esposto firmato da 271 ricorrenti, ai quali si sono poi aggiunge diverse decine di altri candidati respinti alla prova scritta, fosse stato trasmesso all’autorità giudiziaria lo avevamo già scritto noi il 17 aprile scorso; ma adesso c’è la conferma che la Procura romana intende occuparsene seriamente.
Le possibili ipotesi di reato sono di due diverse tipologie: da un lato si parla di commissari di concorso che risulterebbero presenti al tempo stesso in commissione ma anche in altre sedi istituzionali; e poi ci sarebbero fughe di notizie che avrebbero consentito a diversi candidati di conoscere il voto dello scritto prima che venisse pubblicato.
Ma non è da escludere che con il procedere delle indagini emergano ulteriori illeciti penalmente rilevanti.
Insomma, si preannuncia un terremoto che potrebbe travolgere anche i docenti che già hanno superato la prova scritta e magari anche quella orale: il 2 luglio prossimo, infatti, il TAR potrebbe decidere di annullare la prova scritta azzerando di fatto l’intera procedura concorsuale. Se così fosse, sarebbe tutto da rifare e a settembre tremila scuole rimarrebbero ancora senza un dirigente titolare: in tale evenienza, sia detto per inciso, il Ministero risparmierebbe almeno un centinaio di milioni in quanto il “costo” di un dirigente reggente è assai più basso dello stipendio di un dirigente titolare.
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