I candidati che hanno superato le prove del concorso per dirigenti scolastici ma che otterranno la sede nel 2020 o successivamente potrebbero trovarsi di fronte ad una situazione un po’ paradossale.
Cerchiamo di capire perchè.
A partire dal 1° settembre prossimo, infatti, a tutti i vincitori verrà assegnata una sede; nelle regioni del nord (e in particolare in Piemonte, Lombardia e Veneto) una percentuale significativa di posti sarà attribuita a neo-dirigenti provenienti dal sud.
Tutti i neo dirigenti dovranno rimanere nella sede assegnata per almeno tre anni.
Questo significa che se un neodirigente della Calabria viene assunto in questi giorni in Piemonte non potrà spostarsi in Calabria per almeno tre anni anche se nella sua regione di origine dovessero liberarsi dei posti a seguito di pensionamenti o per altri motivi.
Ovviamente i candidati che saranno assunti a settembre 2020 saranno assegnati a sedi che si libereranno a partire da quella data.
E così potrebbe capitare che un ds calabrese assunto a settembre 2019 dovrà restare in Piemonte fino al 2022 anche se a Cosenza dovesse liberarsi un posto. Nel frattempo un vincitore piemontese assunto a settembre 2020 potrebbe trovarsi nella situazione di doversi spostare dalla propria regione anche se il suo collega calabrese sarebbe ben felice di “cedergli” il posto e di andare ad occupare una sede libera in Calabria.
Il problema potrebbe essere risolto eliminando cancellando il vincolo di permanenza triennale nella stessa sede, ma, nella pubblica amministrazione, non sempre le soluzioni semplici sono praticabili.
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