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Concorso dirigenti: prova il 23 maggio, anniversario della Strage di Capaci. Il Mim non rinvia, Giusto Catania: “Sacrilegio”

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Come sappiamo, il prossimo 23 maggio si svolgerà la prova preselettiva del concorso dirigenti scolastici ordinario. La prova si svolgerà in turno unico su tutto il territorio nazionale nella sede individuata dall’Ufficio Scolastico Regionale presso il quale il candidato ha presentato la domanda di partecipazione.

Niente di anomalo, se non fosse che il 23 maggio sia una data particolare: si tratta della Giornata della Legalità, quella in cui, da anni, si commemorano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel giorno della strage di Capaci. Com’è noto, sono molti gli istituti che partecipano alle tantissime iniziative che si organizzano ogni anno in tutta Italia.

In molti hanno chiesto il rinvio

Per questo, come riporta La Repubblica, molti hanno chiesto all’amministrazione di spostare la prova prevista per la data incriminata. Il Ministero, però, dice no. “Il 23 maggio non è un giorno di festa nazionale prevista dalla legge né di sospensione dell’attività didattica. Quel giorno si terranno regolarmente le lezioni in qualsiasi istituto scolastico”. Il Ministero ha anche sottolineato “la necessità di inserirsi in una giornata in cui non si svolgessero le prove Invalsi” e che “le commemorazioni previste per il 23 maggio si potranno tenere regolarmente e gli studenti potranno prendervi parte”.

C’è chi ha rinunciato all’incarico di vigilanza

Tanti dirigenti chiamati a fare da “vigilanti” durante la prova hanno rinunciato all’incarico per seguire le iniziative che tutte le scuole tradizionalmente organizzano il 23 maggio. “Una ferita, un sacrilegio — tuona Giusto Catania, preside dell’istituto Giuliana Saladino del Cep, capofila di una rete regionale di scuole antimafia che conta 139 realtà — La scelta del 23 di maggio è una ferita per la comunità scolastica italiana che ha costruito sulla memoria della strage di Capaci un pezzo importante della sua pedagogia civile, della sua cultura antimafia, delle sue azioni di legalità. Per la scuola palermitana è anche un sacrilegio perché la presenza di studenti, docenti e presidi davanti l’albero Falcone è sempre stato un momento di laica solennità”.

Le reazioni

Catania ha comunicato la sua “indisponibilità” a partecipare alle commissioni di vigilanza per il concorso perché, quel giorno, parteciperà alle iniziative organizzate dalla rete scolastica per la cultura antimafia. Hanno fatto lo stesso tanti altri. “È una data segnata di rosso sul nostro calendario scolastico — dice un’altra preside — Non possiamo certo mancare ai nostri tradizionali appuntamenti”.

“Una festa laica, importante quanto il Natale per i cattolici”, dicono in tanti nel mondo della scuola. “L’esempio di Falcone non è solo per i palermitani, per i siciliani, è un esempio per tutti. Per il mondo della scuola e non — dice un’altra dirigente — Siamo rimasti davvero colpiti dalla scelta del 23 maggio, farò le corse per provare ad arrivare in tempo all’albero Falcone”.

“Per la prima volta in 32 anni non potrò andare all’albero Falcone — dice Anna Maria Catalano, presidente provinciale dell’associazione nazionale presidi — Siamo stati chiamati a fare il nostro dovere e lo faremo. Onoreremo Falcone con il nostro lavoro. Resta il fatto che questa scelta ci ha lasciato davvero basiti. Per noi è una data sacra”.