E’ in corso al Senato l’esame del decreto legge n. 13 del 24 febbraio, il cosiddetto “decreto PNRR”.
Come quasi sempre accade, in questa fase l’attenzione delle forze politiche è tutta centrata sulla possibilità di inserire nel provvedimento emendamenti che possano dare risposta ai problemi di questa fase.
Per la verità però, almeno per il momento, le proposte di modifica sembrano ancora piuttosto marginali.
Intanto va segnalato l’emendamento a firma della senatrice Ella Bucalo che prevede testualmente quanto segue: “Al fine di tutelare le esperienze professionali già positivamente formate e impiegate e garantire il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, i dirigenti scolastici che, a seguito di decisioni cautelari del giudice amministrativo, hanno partecipato con riserva al corso intensivo di formazione e hanno superato la prova scritta finale sostenuta nella sessione straordinaria dell’1 agosto 2018, ai sensi dell’art. 1 commi 87 e 88, della legge 13 luglio 2015, n. 107, con il successivo superamento del periodo di formazione e del periodo di prova, e che alla data di entrata in vigore della presente legge, hanno prestato almeno tre anni di servizio con contratto a tempo indeterminato, sono confermati nel ruolo”.
“Per le finalità di cui al comma 1 – si legge ancora nel testo dell’emendamento – è disposto l’annullamento dei provvedimenti di revoca della nomina o di risoluzione del contratto eventualmente adottato dall’amministrazione scolastica in esecuzione della decisione giurisdizionale di merito”.
Nel concreto con questa modifica, vengono confermati in ruolo i concorrenti (una trentina in tutta Italia) che avevano superato tutte le prove e che avevano già anche iniziato a svolgere la funzione di dirigenti tanto da essere arrivati addirittura a mettere insieme 3 anni di servizio.
Già con la conversione in legge del decreto milleproroghe era stata prevista una disposizione analoga che però non era stato approvata.
Un altro emendamento importante è quello a firma di alcuni senatori di Forza Italia finalizzato a ridurre il numero minimo e massimo di alunni delle istituzioni scolastiche con un tasso di dispersione scolastica superiore al 10%.
Per ora non ci sono notizie di disposizioni finalizzate a eliminare o anche solo ridurre i vincoli della mobilità che tutti quanti, in campagna elettorale, si erano impegnati ad adottare.
Ma la “battaglia” degli emendamenti è solo all’inizio perché per il momento il provvedimento è ancora all’esame della Commissione Bilancio; nelle prossime settimane si andrà in aula e lì potrebbe ancora cambiare qualcosa.
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