Ringraziando la vostra testata per l’articolo firma di R. Palermo che in qualche maniera tiene alta l’attenzione sulla vicenda del concorso DS 2017, quale ricorrente desidererei aggiungere quanto segue in merito all’articolo in questione.
Né la sentenza che vi viene citata, né altre mille dello stesso tenore e contenuto potranno gettar luce e dirimere le problematiche su quello che giustamente viene definito “contestatissimo concorso per dirigenti scolastici del 2017”.
Di ciò almeno un motivo (ve ne sono diversi altri) è semplice e, si direbbe, tanto facilmente comprensibile da tutti quanto difficilmente contestabile da chicchessia: sembrano esistere i “corpi del reato”. Sembrano esistere cioè centinaia e centinaia di compiti, sia di vincentes che di bocciati la cui valutazione evidenzia ictu oculi grossolani errori ed è manifestamente illogica.
A questo punto delle due l’una, o questi compiti con queste “anomalie” esistono o non esistono. Ma dare una risposta al quesito è semplice, senza che nessuno debba fidarsi delle affermazioni degli altri o debba affaccendarsi a contestarle in astratto. Basta formare una commissione indipendente di “veri” esperti (per parte nostra, più sono e più sono bravi e meglio è) e che lo si faccia decidere a loro. Decidessero loro se è vero che esistono compiti con risposte assolutamente fuori tema (al di là di ogni opinabilità) valutate col massimo del punteggio, con risposte senza alcuna citazione di norme valutate il massimo per questo indicatore, con risposte di due (due) righe valutate (quasi) il massimo. Decidessero gli esperti se, di contro, è vero che esistono compiti con risposte che, pur citando (nero su bianco) normativa pertinente, sono state valutate zero o poco più per questo indicatore, o se esistono compiti, in generale, imbarazzantemente migliori di quelli valutati oltre settanta, che presentano però una votazione più che dimezzata.
Ora, nessuna sentenza potrà far “scomparire” questi compiti, nessuna motivazione, per quanto articolata, ha il potere di cambiare la realtà.
Finché quindi non si risponde all’interrogativo che i compiti pongono con la loro stessa esistenza e, in caso di risposta che confermi le “anomalie”, finché non si cerca in qualche maniera di riparare il torto subito da chi, in un modo o nell’altro, è stato ingiustamente penalizzato nel corso di questa procedura concorsuale, nessuna sentenza potrà mai fare veramente luce sulla vicenda.
Anzi, sembra quasi frutto di un enorme abbaglio, andando ad indagare minuziosamente in una direzione diversa da quella che potrebbe condurre al vero buco nero del “contestatissimo concorso per dirigenti scolastici del 2017”.
David Lodesani
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