Dopo 4 anni di tenebre, finalmente uno spiraglio di luce per i ricorrenti al concorso Dirigenti scolastici del 2017. Eppure c’è chi si permette di definire gli emendamenti presentati come “vergognosi”. E’ la solita storia all’italiana per la quale siamo conosciuti in tutti il mondo con la nota espressione “oltre al danno pure la beffa”. Chi scrive e definisce ingiusto e vergognoso è dello stesso partito di maggioranza che era al governo quando il concorso fu avviato con a capo colui che esordì di essere “l’avvocato degli italiani”, l’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte, oggi a capo dello stesso movimento 5 stelle insieme alla “Ministra” Azzolina, conosciuta in tutto il mondo come “Quella dei banchi a rotelle e dei miliardi di mascherine mai usate e infognate negli scantinati di tutte le scuole”.
Sulla trasparenza della procedura si sono impegnati numerosi parlamentari tra cui Rossano Sasso e il nuovo governo, alla luce di quanto emerso dalle indagini della procura, ha acceso un faro su quello che invece, nei 4 anni precedenti, era solo stato gettato fango. Ora ci chiediamo: “cosa c’è di vergognoso nel cercare di rivendicare un diritto? “Ma vorremo anche chiedere a chi, nonostante tutto, si permette di giudicare noi che con sacrifici e studio, aveva affrontato quella prova scritta su cui sono piovute verità dimostrate e dimostrabili. Commissari incompatibili, correzioni degli elaborati fatte in tempi record se non addirittura impossibili, commissari presenti contemporaneamente in due posti con il dono dell’ubiquità, audio sconcertanti in cui si anticipano le sentenze, e potremmo continuare.
E soprattutto chiediamo al partito dei 5 stelle se non era il caso di pretendere ed esigere trasparenza sulla procedura anziché schierarsi dalla parte dei “vincitori” tra i quali compare il nome dell’allora Ministra Azzolina facente parte dello stesso partito. Chi è stato bocciato non è mai stato prediletto, semmai i prediletti sono stati i vincitori di prove dubbie e poco trasparenti. La sentenza del tar Lazio n. 8655 del 2019 aveva già dato un giudizio in merito ma, dovendo prevalere l’interesse pubblico per mancanza di dirigenti scolastici, la Sezione Sesta del Consiglio di Stato con l’ordinanza 3514 del 12 luglio 2019 accoglieva l’istanza cautelare proposta dal MIUR e rinviava il giudizio. Ma, a questo punto, ci chiediamo “l’interesse pubblico non dovrebbe proprio essere la trasparenza e l’imparzialità senza dover prediligere nessuno?” E a chi scrive “si dice agli italiani che è sufficiente iscriversi a un concorso senza studiare, tanto poi ci sarà un ricorso e una infornata. È vergognoso“ rispondiamo: alle spalle di quella prova ci sono notti insonni di studio, anni di vicariato e di esperienza e non permettiamo a nessuno di definirci “prediletti”!
Perché difendere e far riferimento a chi invece ha volontariamente rifiutato l’incarico quando gli è stata data la possibilità? A noi questa possibilità non è mai stata data; non chiediamo il posto sotto casa e siamo disposti a trasferirci in qualsiasi località come da bando essendo la selezione su base nazionale. Vogliamo solo quello che ci è stato tolto e ringraziare tutti coloro che ci stanno appoggiando in questa impresa colossale.
Rosa Salvatore
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