Stanno destando molte perplessità i due emendamenti al decreto Milleproroghe relativi al concorso per dirigenti scolastici del 2017.
Le due proposte di modifica sono state presentate dalla Lega e da Fratelli d’Italia e in sostanza prevedono che i concorrenti che erano stati a suo tempo bocciati o alla prova scritta o alla prova orale potranno accedere ad una sessione “speciale” di concorso.
La sessione sarà sostanzialmente simile a quella “ordinaria” e consisterà in una prova scritta, una orale e in un successivo corso intensivo di formazione che si concluderà con una prova finale.
Ma c’è una differenza importante con le consuete prove dei concorsi per posti dirigenziali: in questo per superarle sarà sufficiente raggiungere il punteggio di 6/10, mentre normalmente è sempre stato richiesto di arrivare a 7/10 (la regola dei 7/10 ha riguardato sempre tutti i concorsi a posizioni dirigenziali).
Senza entrare nel merito degli aspetti “etici” dell’operazione (i problemi amministrativi e giudiziari della procedura concorsuale vengono risolti con una sorta di “sanatoria”) l’aspetto più critico dell’emendamento ci sembra un altro: alla sessione “straordinaria” potranno accedere non tutti coloro che non hanno superato a suo tempo le prove del concorso, ma solamente coloro che hanno “un contenzioso giurisdizionale in atto”.
Francamente ci sembra una clausola molto rischiosa perché è come dire a tutti coloro che stanno partecipando o che parteciperanno ad un concorso pubblico: “Se non superi una prova, presenta ricorso, può anche darsi che il TAR ti dia torto ma se riesci a tenere in piedi il procedimento in qualche modo, puoi sempre sperare che – prima o poi – il legislatore decida di consentirti di partecipare ad una nuova sessione, magari anche un po’ più facile di quella precedente”.
In sostanza la conseguenza di una norma di questo genere potrebbe essere quella di incrementare, in prospettiva, il contenzioso amministrativo.
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